venerdì 12 ottobre 2012

Grigio come il cielo di Londra, diviso a metà.

Essere sotto le coperte mentre fuori diluvia. Era da un po' che non vivevo una situazione del genere. Un temporale che ha spazzato via un pezzo d'estate, preannunciando un autunno lungo ed impegnativo. Quel cielo grigio che ti pervade l'anima di un grigiore nostalgico, di una sottile vena malinconica, che vorresti spazzare via, ma non ci riesci perchè fuori continua a piovere incessantemente. Un cielo grigio che richiama ricordi, momenti trascorsi, un pezzo di te che non può più tornare. Era da Londra che forse non vedevo un cielo così. Ma questo cielo è soltanto grigio e non sa di niente. La pioggia che cade sull'asfalto provoca un rumore troppo forte. Così forte che è inevitabile domandarsi se ti va di sentirlo, anche se forse dovrai farlo per forza.
Mi guardo attorno e mi accorgo di avere uno yogurt sulla scrivania lasciato a metà, un romanzo sul comodino letto a metà che quasi mi implora di finirlo, una finestra aperta a metà, un cellulare da riparare, un evidenziatore che sta per finire, un post scritto a metà per timore di metterci troppo di me stessa dentro, e un cuore a metà. E come se tutto questo riflettesse il mio stato attuale di sentirmi a metà, a metà tra i ricordi e la vita attuale, a metà tra la realtà e l'immaginazione, a metà tra me e l'altro, a metà tra quella che appaio e quella che vorrei essere. A volte ci sentiamo così: una metà.
Una metà tra il dire ed il fare, tra ciò che vogliamo e ciò che invece dobbiamo fare, una metà tra la ragione e l'istinto, tra il dove siamo e dove vorremmo essere. Viviamo in un tempo in cui le parole vengono dette a metà, i sentimenti sono vissuti a metà, un tempo dove le persone non vengono mai vissute completamente, ma sempre a metà. E' il tempo dei "mi manchi" mai seguiti da un "ti vengo a prendere", dei "ti voglio" seguiti da "ma forse non è il momento per volerti", dei "ti amo" seguiti dalla certezza di non farlo mai abbastanza. E' tempo di quelle vite in cui ti guardi allo specchio e sai solo ciò che non vuoi, ciò che non devi fare, ciò che non devi dire per essere appropriata. E' il tempo in cui le negazioni prevalgono sugli interrogativi e le affermazioni. E' il tempo del non senso. E' il tempo del "sottrarre" piuttosto che dell' "aggiungere". E' il tempo dei messaggi cifrati perchè non si ha tempo. E' il tempo dei momenti vissuti di fretta perchè non riusciamo mai a goderci la pienezza dell'attimo. E'il tempo degli assaggi che non ci renderanno mai sazi. Delle fessure che forse non riusciremo mai a spalancare completamente.
E' il tempo di un cielo grigio come quello londinese, che forse lascerà spazio a giornate tiepide in cui sarà possibile scorgere un lieve raggio di sole, ma che non riusciremo a godere pensando che tanto oramai è autunno!
E' tempo di uno yogurt che quando decideremo di finire sarà forse scaduto. Di un romanzo che quando decideremo di finirlo non ci interesserà più e ne vorremmo comprare un altro. E' il tempo di quelle metà che non ci soddisfano, di metà che non abbiamo il coraggio di riempire, perchè talvolta ci basta pensare che potremmo sempre farlo. Lasciare le cose a metà spesso fa comodo, perchè credi di poterle portare a compimento quando vuoi. Invece forse le cose, le persone, non aspettano te. E tu resterai sempre con quella metà di te che non hai voluto completare perchè quel senso di completezza in fondo un po' ti fa paura. Quella paura di aver completato qualcosa e di fartelo bastare per non iniziare qualcos'altro. E' tempo di quelle metà che si cercano ma che hanno paura di fondersi, allora si dicono frasi a metà, si inviano messaggi cifrati, si dicono "mi manchi" e se lo fanno bastare, scappano via lasciando uno yogurt sulla scrivania ed un romanzo sul comodino, pensano di non potere e non volere. Ma in fondo aspettano che qualcuno aggiunga un pezzo al loro puzzle lasciato incompleto, perchè forse troppo poco coraggiosi o semplicemente stanchi di cercare il pezzo mancante. Ma è anche il tempo di chi non sa aspettare, o di chi lo fa solo per metà. Ci accontentiamo di tante metà che poi spesso si rivelano niente. E spesso nemmeno cominciamo per paura di lasciare le cose a metà.

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