martedì 30 ottobre 2012

Verso isole felici.

Mare. Spiagge. Isole. Scogli. 
La nostra vita è il mare. Approdiamo su spiagge spesso sconosciute. Ci tuffiamo subito, a volte a fatica. Certe acque all'inizio sembreranno troppo fredde. Tutto starà nell'ambientarsi e calarsi in quelle acque che a lungo andare ci riscalderanno. Talvolta non riusciremo a trovar tepore in quelle acque che dunque ci imporranno quasi di uscire, asciugarci e andare alla ricerca di altre spiagge. Altre volte capiterà il contrario. Nuoteremo al punto tale da arrivare a largo, dove sarà impossibile vedere da lontano la spiaggia. Allora continueremo a nuotare. Il mare sarà calmo, i raggi di sole timidamente ci riscalderanno, e noi ci terremo a galla. Saremo soli in quelle acque. Noi, il mare piatto, il sole all'orizzonte. Ma capiterà di essere stanchi. Talvolta allora ci aggrapperemo a degli scogli che saranno per noi l'unica ancora di salvezza, l'unico ristoro per lenire la stanchezza dei nostri muscoli. In quel momento ci sembreranno tutto quello che stavamo cercando. Sono come quelle persone che spuntano nella nostra vita per darci una mano. Ma sono solo scogli, niente altro. Sono scogli a cui potremmo aggrapparci ma nient'altro. Ci aggrapperemo quando il mare sarà calmo, quando saremo stanchi di continuare a nuotare da soli. Ma quando cominceranno ad alzarsi le prime onde dovremmo trovare il coraggio di staccarci da quell'unico appiglio e continuare la nostra nuotata per evitare che quelle onde subdolamente ci sbattano sulle pareti impervie di quegli scogli, provocandoci ferite e talvolta tanto dolore. Ci hanno aiutato ma dovremmo imparare a farne a meno. Dovremmo considerarli come quelle mani tese nel momento del bisogno, che si ritraggono quando il bisogno, temporaneo, sia stato soddisfatto. E sì continueremo a nuotare. Ci ritroveremo in mare aperto, tra acque calme o più agitate, soli con il solito tepore di quei raggi che continuano a riscaldarci, o soli nel bel mezzo di una tempesta che ci porterà sott'acqua. Ma siamo arrivati fin lì e non sarà la pioggia a scoraggiarci. Quando tutto cesserà il mare ritornerà calmo e noi saremo ancora lì, a galla. Nuoteremo sino ad approdare finalmente su un'isola. Non si tratta di scogli, ma di terra ferma. Sono quelle persone che sono come le nostre isole felici. Quelle persone che ci accoglieranno qualunque sia la condizione climatica. Quelle persone che ci daranno un posto dove stare quando saremo stanchi senza metterci fretta, senza dirci per quanto rimanere, perchè non ci sarà più nessuna onda che con forza ci spingerà verso pareti impervie e rocciose sino a farci male. Sono come quelle persone che ci offriranno qualcosa per sanare le ferite, che ci offriranno un dolce riparo, che attutiranno la nostra stanchezza. E forse sì, quando saremo più forti ricominceremo a nuotare, lasceremo quelle isole felici. Incontreremo nuovi scogli e ancora tempeste per poi riprendere la nostra nuotata approdando magari su qualche altra isola per poi rituffarci, ancora e ancora. Ma sapremo sempre che lì, in quei punti, esistono delle isole felici pronti ad accoglierci senza biasimarci mai, offrendoci tutto in cambio di niente.

Nessun commento:

Posta un commento