mercoledì 7 novembre 2012

Il cervello chiede spiegazioni al cuore.

Cervello: " E così la volta scorsa mi hai liquidato in quel modo così arrogante. Pensi sempre di sapere tutto..."
Cuore: " No, ti correggo. Voi cervelli PENSATE. E spesso avete la presunzione di pensare di saper tutto."
Cervello: " Mi hai colto di sorpresa con quel giochetto malvagio. Voi cuori siete più bravi in questo genere di cose. Il rosso, il verde, il blu, il bianco. Mi hai rimbambito. Mi sono sentito obbligato a rispondere senza poterci pensare troppo. Ecco perchè ho fallito. Non ero pronto. "
Cuore: "Ecco. Tipica espressione da cervelli. Voi cervelli odiate essere colti di sorpresa. Anche un semplice invito lo trasformate a volte come fosse quasi un obbligo, un' imposizione. Non chiudete mai gli occhi lasciandovi trascinare da quello che vi sta accadendo. Dite di non essere pronti, ma non andate mai in ferie. "
Cervello: "Ancora con questa storia di chiudere gli occhi. Io sono un cervello. Non ho gli occhi."
Cuore: "Ti sbagli. Tutti abbiamo due occhi. Io che sono cuore, anche tu che sei un cervello. Ma siete così abituati a non chiuderli mai che talvolta vi dimenticate di averli. "
Cervello: "E se allora la tua teoria fosse valida, se veramente avessi gli occhi anch'io, a cosa servirebbe tenerli chiusi? Ne ho sentito parlare. Sono cavità che contengono due specie di biglie, un tantino forse più grosse. Sì ho capito di cosa parli. "
Cuore: "Sì, due cavità contenenti due specie di biglie un tantino più grosse forse, più o meno sono così. Ma non dobbiamo aprirli per forza, possono anche chiudersi. Si chiudono per esempio quando sei stanco. Ma non parlo solo di quella stanchezza fisica dopo una dura giornata che ci spinge a chiuderli per fare una bella dormita. A volte puoi chiuderli anche quando sei stanco di recepire costantemente informazioni che metterai una sull'altra come una pila di fogli da consultare all'occorrenza. Voi cervelli lo fate di continuo. Avrete sempre gli occhi aperti. Guarderete un paesaggio. Vi soffermerete su di un dettaglio. Una rosa. Ecco. Quella rosa è appena sbocciata. E' bella. E' rossa. Ha tante spine. Stop. Non andrete mai oltre quel bocciolo di un rosso intenso che potrà invece farvi immaginare tutt'altro. Eppure una rosa, il colore rosso, delle spine, possono raccontare tanto. Basta un po' di immaginazione. Ma voi siete settoriali. Vi basta l'oggettività e incasellerete quei dati scarni e privi di ogni emozione da qualche parte per poi utilizzarli quando rivedrete altrove un'altra rosa, magari rossa, magari con molte spine. Ma non è questo che ti biasimo. In fondo voi cervelli siete nati per questo, è questa la vostra funzione e non ti sto dicendo di "rubare" il lavoro di noi cuori. Ma quello che non riesco a capire è come fate a tenere sempre gli occhi aperti. Non siete mai stanchi di guardare?
Cervello: "E' una domanda che non mi sono mai posto. "
Cuore: "Ecco vedi? E' raro che voi vi facciate domande di questo tipo. Vi domanderete perchè una rosa è rossa, perchè ha tante spine, ma di rado capita se avrete veramente voglia di ammirarla.
Noi cuori abbiamo il problema inverso. Spesso capita di non voler guardare. Chiudiamo gli occhi.
Ma sai cosa succederebbe se noi cuori decidessimo di aprirli sino a spalancarli e voi cervelli decideste di chiuderli? "
Cervello: "No. Non lo so. Forse la rosa appassirebbe? "
Cuore: "Quando il cuore apre gli occhi ed in contemporanea il cervello li chiude, sai come si chiama ciò che accade? Si chiama felicità. Si chiama essere se stessi. Che poi equivale a dire la stessa cosa. "
Cervello: "Ne ho sentito parlare di questa felicità ma credo di non averla mai conosciuta. Forse una volta ci siamo presentati. Non ricordo. "
Cuore: " Se non ti è mai successo di chiudere gli occhi mentre io invece li aprivo in contemporanea forse avrai incontrato qualcosa di affine. Ma lei in persona mai. "
Cervello: "Ma allora perchè mi stai dicendo questo? Se sapevi come fare perchè non me l'hai detto prima?"
Cuore: "Perchè io e te non riusciamo a comunicare. Non parliamo mai. Il nostro linguaggio è diverso. Il tuo è oggettivo, matematico, incasellante, tendente ad una raccolta di dati. Se qualcuno non parlerà tu non ascolterai niente. Se non ci sarà una musica in sottofondo tu non percepirai alcun suono. Nel silenzio non troverai risposte. Il mio è il linguaggio dell'anima. Un linguaggio che non ha regole. Un linguaggio che oggi è in  un modo, domani ne sarà un altro. Un linguaggio che in grado di percepire risposte nel silenzio, ascoltare parole anche quando non ci sarà nessuno ad emetterle, in grado di lasciarsi cavalcare sulla scia di una dolce sinfonia anche quando in sottofondo non sarà trasmessa alcuna melodia. Una rosa non sarà mai una rosa e basta. Una rosa sarà un invito, una passione, un incontro, un amore appena sbocciato, una voglia da soddisfare, un desiderio inconscio. "
Cervello: "Ma allora se il problema è che io e te non parliamo mai, perchè adesso invece lo stiamo facendo?"
Cuore:" Ecco, vedi. Questa è la tipica domanda da cervello. Vi chiedete sempre il perchè delle cose anche prima di cominciare un qualcosa. Anteponete all'azione in corso di svolgimento o, ipotesi ancora peggiore, ancora da iniziare le conseguenze del vostro agire. Rilassati, almeno stavolta. Adesso stiamo parlando e questo ti deve bastare. Così facendo sottrai già un granello di sabbia. Un granello di felicità ".

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