lunedì 5 novembre 2012

Quando due corpi si scontrano solo per avvertirne la presenza.

Ti accendi. Ti bruci. Ti spegni.
Lo fai la prima volta. Senti che ti piace. Senti di non aver provato niente se non ciò che c'è stato. Niente che si ripeterà. Niente che ti farà palpitare il cuore quando il cellulare squillerà. Niente. Ti sei acceso, ti sei bruciato, ti sei spento. Solo ceneri e telefoni muti.
Vuoi farlo ancora. Ti riaccendi. Ti bruci. Ti spegni ancora. Sei come un ventaglio che si apre all'occorrenza. Sei come un ventaglio che si richiude quando avvertirai freddo.
Lo rifai. Ti accendi. Ti bruci. Ti spegni. Lo fai ancora, ancora e ancora. Lo fai per quel tuo tentativo di star meglio. Lo fai perchè è giusto così. Lo fai perchè senti l'esigenza di non provare niente. Ti poni come niente dinanzi un corpo nudo che ti tocca bruscamente e che sarà niente. Dinanzi un corpo nudo che niente racconta. Dinanzi un corpo nudo che ti provocherà piacere e dolore. Dinanzi quel corpo che sarà su di te avvolgendoti in delle lenzuola o su un pavimento che sarà sempre troppo freddo. Non ci sono coccole, carezze. Niente. Non c'è niente a parte quell'atto che di colpo ti sembrerà non più una colpa proibita.
Lo fai ancora, ancora, ancora. Lo fai per sentire il freddo del pavimento, la puzza delle lenzuola, un dolore misto a piacere. Lo fai perchè non è niente. Lo fai perchè i telefoni saranno muti e non ti toccherà aspettare. Lo fai perchè il cuore non palpiterà allo squillo improvviso del telefono. Lo fai perchè hai l'esigenza di sentirti niente. Di avere a che fare con niente. Di costruire niente.
Ti accendi. Ti bruci. Ti spegni. Un focolare che non appena si accenderà lascerà solo un mucchio di ceneri che voleranno al vento senza che tu abbia il tempo nè il desiderio di volerle raccogliere e conservare. Un focolare che si accende e si spegne simultaneamente senza emanare alcun calore.
Siamo come ventagli che si aprono e si chiudono subito all'occorrenza. Basta una folata di vento.
Se tutto questo è niente perchè lo facciamo? Perchè a volte abbiamo l'esigenza di sentirci niente, a contatto col niente, dove tutto si riduce ad un atto che di colpo sembrerà non più una colpa proibita? Perchè ci accendiamo, ci bruciamo e spegniamo come fiammiferi? Dov'è finito il nostro valore, il nostro senso, la nostra passione per le cose belle, complete e piene di vita? Perchè lasciamo che la morte di due corpi prevalga sulla vita di due anime? Perchè spesso passiamo davanti la completezza spiengendoci invece verso chi ci farà sentire un corpo vuoto? Perchè se chiedessimo ad un campione di dieci ragazzi e ragazze se siano pronti ad innamorarsi nove su dieci risponderanno di non essere pronti, di non aver trovato la persona giusta, perchè gli stessi risponderanno che la libertà è più importante? Giusto. Sì. Vuoi essere libero. Vuoi che la mente non sia offuscata da pensieri contorti, non hai trovato la persona giusta da amare, non sei pronto.
Ma chi decide quando saremo pronti? C'è forse una scadenza che ci impone di aspettare? E se pure ci fosse, cosa spinge a farci scaraventare come oggetti da usare per poi accantonare su un pavimento troppo freddo, avvolti in delle lenzuola che non emaneranno alcun profumo, come fiammiferi che si accendono e si spengono di continuo perchè non vogliamo amare. Non vogliamo aspettare. Non vogliamo dare senso e valore a quello che stiamo facendo perchè se il telefono fosse muto staremmo male.
Non siamo pronti mai ad amare, perchè non vogliamo più soffrire. Non vogliamo amare, perchè non siamo pronti a sacrificarci, ad aspettare di accenderci non come fiammiferi, ma come mulini trascinati dalla forza del vento. No, alcuni non lo sanno fare. Molti si scontrano con altri corpi soltanto per avvertirne la presenza. Ma quella non è presenza. Quella è un involucro che non saprà di niente. E anche tu lo sarai. Sarai una bacinella sempre vuota, mai colma abbastanza, perchè ti sarai convinta di non riuscire ad amare. Chi ama deve soffrire. Chi è pronto a soffrire sa amare. Chi non è pronto a farlo si tirerà indietro. Sarà come quei fiammiferi che si accendono e si spengono. Non riuscirà mai a dare calore, nè a percepirlo. Troppo piacere, troppo godimento, ma anche troppo dolore.Troppo freddo. Troppa puzza. C'è troppo di tutto eppure non c'è niente. C'è chi sa fare solo questo e continuerà a farlo. C'è chi ha fatto solo questo pur essendo in grado di fare altro. C'è chi lo fa perchè in passato ha fatto altro ed ora è stufo. C'è chi lo fa perchè è tormentato dalla solitudine. C'è chi lo fa semplicemente perchè ha amato così tanto da temere di ricascarci.
No. Lasciate che chi valga niente si circondi di niente. Lasciate che solo due corpi vuoti si scontrino. Non vi svuotate solo per concorrere con un altro corpo vuoto che non saprà mai di niente. Se siete capaci di accendervi come mulini trascinati dalla forza del vento non diventate dei fiammiferi. Se siete in grado di riscaldare aspettate chi vi riscaldi. Perchè sopportare la puzza nauseabonda di quelle lenzuola ed il freddo di quel pavimento che non trasmetterà niente di ciò che invece meritate. Fatelo pure. Ma solo per capire quanto vuoto c'è in un telefono muto, in delle lenzuola non profumate, nella mancanza di carezze, nel freddo del pavimento, in un godimento corporeo che non racconta di niente se non di un piacere che durerà qualche minuto. Fatelo per capire cosa si provi ad essere vuoti, niente dinanzi ad un corpo. Fatelo per desiderare di essere pieni, di volere pienezza.
"L'amore non esiste... Il sesso è facile... Voglio la mia libertà!" Chiunque lo dica non spinto da una qualche delusione, non spinto da un desiderio inconscio invece di aprire il suo cuore a qualcuno, chiunque lo dica non perchè le esperienze l'abbiano trasformato in un fiammifero che non appena acceso ha solo voglia di spegnersi, non sa amare. E se anche lo dicesse per queste ragioni forse non sarà più in grado di farlo, forse ha scelto di essere un corpo vuoto, privo di emozioni. O semplicemente aspetta che qualcuno lo riaccenda sebbene siamo noi a doverlo fare da soli senza l'aiuto di qualcuno. Non sa soffrire. Non sa aspettare. Non sa rischiare. E' un corpo vuoto che dovrà scontrarsi con altri corpi vuoti. Ma non come quelli pieni. No. La pienezza va preservata. La pienezza va contemplata come un dono inestimabile. La pienezza non ha niente a che fare con la troppa puzza, il troppo freddo, il troppo eppure niente. La pienezza è anima e corpo. La pienezza è tutto. Dategli il  giusto valore. Aspettate di traboccare. Una, due, tre, cento volte.

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