domenica 16 dicembre 2012

Cominciare a poggiare una mano sul cuore.

Occorrerebbe poggiare una mano sul cuore. Forse dovremmo cominciare così, con una mano che tenera e calda possa percepire i battiti del cuore, il nostro e di chi ci è accanto. Un gesto così semplice che in effetti nessuno pensa di fare mai, nessuno in fondo forse sa più fare. Perchè spesso capita di pensare in grande, capita di superare quei momenti considerati inutili, banali, sin troppo semplici, andando subito oltre, quasi come se volessimo costruire una casa in mattoni senza constatare la qualità dei materiali, senza cemento che possa servire a legarli. Allora si tocca tutto, al di fuori del cuore. Le nostre mani scorreranno veloci, con movimenti rapidi ed insensati che bruceranno per spegnersi poco poco, sul quel corpo che che nulla avrà raccontato, su quel corpo da cui non riusciremo a trarre alcuna verità, perchè abbiamo toccato tutto ritenendo di essere entrati nell'intimità dell'altro, ma non il cuore, l'unico che possa raccontare qualcosa di vero, la parte in fondo più intima di un corpo. Ma il cuore verrà sottovalutato, quasi come se non fosse importante percepirne i battiti, ascoltare ciò che vorrà sussurrare attraverso la lucidità degli occhi. Ed è proprio quando lo si sottovaluterà che faremo a brandelli il nostro cuore, o permetteremo implicitamente ad altri di fare a pezzi il nostro cuore, non rispettando la nostra intimità, la nostra essenza, ciò che siamo, ciò da cui in fondo tutto parte e a cui tutto ritorna. Penseremo che in fondo fare a pezzi un cuore sia normale, sia ciclico. Ma un cuore a pezzi è pur sempre un cuore a pezzi. E' un'intimità denigrata, fatta a brandelli, in fondo mai toccata, nonostante mani che avranno percorso il nostro corpo con la presunzione di volerci conoscere, senza però mai conoscerci abbastanza. E baciamo anche in questo modo, senza mai mettere una mano sul cuore. Quei baci rubati, regalati, svenduti al miglior offerente, quasi come se quel gesto sia così semplice e naturale da non meritare rispetto. Ecco, questo è un altro pezzo di intimità che in fondo va via. Non credo che un cuore a pezzi possa essere evitato, ma credo che possa non esser denigrato, mortificato, poco rispettato, ponendo una mano sul cuore. Una mano sul cuore e poi su tutto il resto. A volte basterà semplicemente quella, basterà al punto tale da non desiderare di far scorrere impietosamente lungo il corpo dell'altro le nostre mani, perchè in fondo con quella semplice mano poggiata sul cuore avremo già carpito le nostre verità, ciò che quel corpo vorrà raccontare, penetrando nell'assoluta intimità dell'altro, come due anime sole che si saranno a lungo cercate per ritrovarsi in un'alchimia simbiotica a cui non servirà altro, a cui non servirà riempire spazi di parole inutili, a cui non servirà toccare il superfluo più del dovuto, a cui basterà il silenzio perchè la mano sul cuore servirà a percepire quei battiti che saranno come versi melodiosi, che si sposano con il silenzio di un corpo che sarà già così complesso abbastanza. Forse dobbiamo recuperare questo. Dobbiamo placare le nostre continue lamentele sul fatto di non riuscire mai a trovare la persona giusta per noi, smettere di dire che in fondo è sempre tutto così precario, tremendamente banale ed inevitabilmente veloce, cominciando a valutare tra le possibilità il silenzio, il cuore, una mano che lentamente si porrà sul cuore dell'altro senza necessitare sin da subito di scoprire altro, facendocelo bastare, perchè in fondo sarà proprio questa la più intensa delle penetrazioni, la più vera intimità. Allora attendo una mano sul cuore. Una mano che sappia accarezzare la mia nuda intimità, le mie fragili paure, la mia colorita essenza. Una mano che sappia ascoltare parole in un religioso silenzio. 
Attendo chi saprà baciarmi con una mano sul cuore nonostante io creda che pochi o forse nessuno sappia in fondo ancora farlo, perchè troppo semplice, troppo pulito, troppo intimo per chi si comporta come in fondo fanno tutti quasi come fosse la tendenza del momento, per chi vuole tutto e subito ritrovandosi dopo un po' tra le mani il niente, per chi vuole un'intimità limitandosi a toccare superficialmente un corpo senza mai cominciare a cercarla nella profondità di un cuore.

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