lunedì 10 dicembre 2012

Esigenza di spegnersi.

Ci sono momenti in cui ho necessità di spegnermi.
Ma il mio spegnermi non è un'imposizione, il mio è un bisogno, un desiderio forse.
Il mio spegnermi non è come starsene al buio, a rimurginare una potenziale vita che avresti voluto avere e che non hai avuto il coraggio di scrivere nel libro della tua vita. Perchè quando mi spengo in realtà mi accendo. Mi accendo di ricordi, come il proiettore su di uno schermo che mi fa ripercorrere il film della mia vita. Quella vita vera, in cui ci sono state battaglie perse e molte altre vinte, quella vita fatta di piccole soddisfazioni o grandi traguardi, quella vita in cui nel momento in cui pensavi di non farcela ti sei rimboccata le maniche per vincere le tue paure, quella vita in cui ti sei sentita pesante, demotivata, come una mina vagante alla ricerca della sua meta perduta, quella vita in cui un giorno ti svegli e ti accorgi di esser diventata donna in un batter d'occhio. Quella vita in parte scritta, ma mai programmata, quella vita che non hai ancora finito di scrivere, che sai che non smetterà di sorprenderti, quella vita in cui hai ogni tanto l' esigenza di spegnerti per poterla guardare da spettatrice. 
E stasera allora mi spengo. Mi spengo perchè voglio accendere i ricordi. Voglio accendere quella che ero con le ginocchia sbucciate che da bambina si è procurata quella cicatrice sul ginocchio destro perchè durante una corsa tra amici voleva arrivare prima, quella che dopo sono diventata con un cuore spesso fatto a pezzi e poi ricomposto, quella che oggi sono. Una che non ha niente se non un libretto universitario le cui righe non dovranno essere più riempite. Una che al traguardo finale in fondo non ci è ancora arrivata. Una che voleva mollare ma le sue priorità gliel'hanno impedito. Una a cui quando le chiedono che progetti ha per il futuro le viene la pelle d'oca, perchè nel suo mondo rigidamente programmato, dove tutti sanno già dove andare, con chi andare e cosa vogliono dalla vita, lei non lo sa, o forse sì, ma vuole tenerlo segreto, al sicuro, al caldo, per timore che il sogno si disperda come una bolla di sapone. Una che non fa a tempo a gioire che viene inondata da mille domande a cui crede sia prematuro rispondere, una che le risposte le darà solo a se stessa e alle persone giuste, non di certo a chi accecato dalla curiosità vorrà saperlo solo per trarre bilanci. Una che ha paura del futuro come di deludere le aspettative di chi la vorrebbe già in toga. Una che per non deludere le aspettative di questi ultimi in questi ultimi tempi si alzava dal letto col magone di chi sentiva di indossare scarpe troppo strette, di chi correva senza avere abbastanza fiato nei polmoni, di chi sui libri sognava ciò che avrebbe voluto invece fare perchè questo era l'unico modo che aveva per riempire il cuore, un cuore spento, all'ombra, che non aveva il coraggio di mostrare. Una che ha pensato sempre agli altri e poi a se stessa. Una che oggi non ha paura di dire che il futuro le fa paura ma non così tanto da non poterci provare. Un futuro che se programmato perde in fondo di consistenza, di realismo, della sua profonda essenza. Una che ha un sogno ma non si precluderà la possibilità di poterne trovare altri per strada lungo il tragitto. Una che, sebbene non abbia avuto il tempo di gioire, questa volta invece di lasciare che ancora una volta gli altri si intromettano decide di spegnersi. Sì allora mi spengo, per avere la possibilità di accendermi, e se la luce per alcuni sarà troppo forte consiglio di abbassare le persiane perchè io, questa volta, nel brusio di chi giudicherà per sport mi ci metterò fino al collo, perchè io questa volta, dopo aver accontentato tutti, dopo esser giunta ad un piccolo traguardo che vale per me quanto una tappa importante, una soddisfazione immensa, nell'ombra non mi ci metto più. Mi spengo come solo io so fare, accendendomi.

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