martedì 11 dicembre 2012

Lo straniero del caffè parigino.

Eppure se qualcuno le avesse detto cosa le sarebbe accaduto in una fredda e piovosa mattina di novembre, tra il tintinnio delle posate da asciugare e dei cappuccini da servire in quel caffè parigino, Sofie non ci avrebbe creduto. La sveglia suona alle 5.30 e alle 6.30 è già lì, in quel caffè sporco, ben lontano dalle note malinconiche ma a tratti fresche e romantiche della vie en Rose, dove tutti i dipendenti riempiono le loro facce di sorrisi finti per compiacere il cliente, e così anche Sofie. Quella mattina non si era svegliata tra le lenzuola profumate del suo letto caldo. Era stata con un uomo, anche quella notte, come molto spesso accadeva. Ma da qualche mattina si svegliava ancor più stanca, quasi come se nemmeno il gettito di una doccia rinfrescante servisse a pulirla dal senso di colpa, dal sesso di routine che cominciava ad essere per lei una puzza ostile e perseguitante, dal desiderio di altro seppellito dalla rassegnazione che sarebbe stata una ricerca impossibile perchè le sue ricerche non avevano portato mai ad alcun risultato sperato. Ci aveva creduto, ma dopo l'ennesima delusione scottante aveva deciso che forse il suo inguaribile romanticismo, il pensare di poter attrarre un uomo con la penetrazione di uno sguardo, la luce di un sorriso, la melodia delle parole, a nulla contasse di fronte due corpi gelidi capaci di compenetrarsi senza che in sottofondo suonassero le note della vie en rose, ma solo il rumore di porte sbattenti, di un vento troppo forte, di gemiti che al di là del piacere fisico non saranno in grado di rievocare nulla di diverso se non un letto, delle lenzuola, un pavimento troppo freddo. Nessuna emozione. Niente. E a Sofie era proprio quello che serviva. Ma non ci riuscì sin dall'inizio, dovette impegnarsi per poi diventare una professionista del sesso cinico e selvaggio, per annullare la sua anima, la sua capacità di trasmettere calore intrisa a dolcezza, la tenerezza dei movimenti, il suo bisogno di amore che all'inizio si avvertiva dagli occhi lucidi che portava fuori da quelle quattro mura. Diventò un'altra senza sapere nemmeno come nè quando nè perchè fosse successo. Seducente, una bomba di erotismo carnale, talvolta era lei a prendere l'iniziativa appena adocchiava la sua preda. Non aveva freni, nè fuori nè dentro un letto spesso troppo stretto per restarci.
Ma quella mattina in quel caffè parigino entrò un uomo. E così per molte mattine di seguito. Era un uomo elegante, con un paio d'occhialini e pizzetto da vero artista, un borsello contenente il romanzo Les Miserables ed una cartina di Parigi. Quell'uomo era seduto nell'angolo in fondo alla sala del caffè, il posto riservato ad i solitari, agli intellettuali, a coloro che non amano confondersi con la gente comune. Non parlava il francese e Sofie ne fu incuriosita, come avrebbe fatto quell'uomo a leggere il romanzo di Victor Hugo senza conoscere il francese? Avrebbe voluto tanto chiederglielo ma quell'uomo sembrava restio a farsi capire anche a gesti. Allora ordinava sempre il solito cappuccino indicandolo dal menù. Perchè a quell'uomo in doppio petto che girava per Parigi senza conoscere il francese, con un ridicolo copricapo ed un look d'altri tempi, non sarebbe importato cosa mai la gente avesse pensato di lui. La sua diversità, il suo non volersi omologare, il suo modo di restare in silenzio senza che questo potesse costituire un problema, poteva essere motivo di scherno per gli altri omologati della società parigina, ma era in realtà la sua forza e ben presto si tramutò anche in quella di Sofie. Oramai per tutti era lo straniero. Per Sofie forse stava diventando qualcosa di più, era forse una speranza mai del tutto spenta. Sofie lo guardava e nei suoi occhi avvertiva una luce particolare, una luce che solo chi è forte può emanare, nonostante fosse solo lì in quell'angolo a sorseggiare per ore il suo cappuccino. Una forza di valori, di amore, di integrità, di stringente necessità di solitudine e bisogno di nient'altro che di lui e del suo libro, che pervadevano l'intero corpo, un corpo che sebbene non emanasse alcun suono era invece come se parlasse. Il suo volto sembrava per tutti inespressivo ma per Sofie non lo era, soprattutto quando dopo qualche settimana cominciava ad accennarle un lieve sorriso e a risponderle "mercì". Ma dopo qualche tempo, una mattina quel tavolino nell'angolo in fondo alla sala rimase vuoto. Lo straniero era forse partito. Ma Sofie riuscì a comprendere che quell'uomo, forse reale o probabilmente immaginario, era venuto per trasmetterle un messaggio ben preciso, era giunto per donarle una speranza. Una speranza spenta ma rifiorita negli occhi lucenti di quell'uomo che non era mai riuscito a dirle niente se non un mercì dall'improponibile accento. Eppure Sofie avvertì di essersi quasi innamorata di quell'uomo, senza mai parlarci, senza mai toccarlo, senza che mai l'idea di portarlo a letto l'avesse sfiorata, proprio come solo i bambini sanno fare. Aveva ripreso quell'innata dolcezza e puerile tenerezza. Sembrava quasi che però nonostante tutto non le fosse rimasto niente, in fondo quell'uomo sarebbe stato soltanto nei suoi ricordi. Eppure aveva recuperato tutto, aveva di nuovo lei, fresca e profumata, quella puzza di quelle lenzuola fredde oramai non riusciva più a sentirla. Era come se le sue orecchie nonostante il tintinnio delle posate da asciugare ed i rumori della cucina non riuscissero ad ascoltare altro che le note della vie en rose, melodiose e quasi a tempo con gli schizzi di pioggia che battevano sull'umido asfalto. Talvolta le persone che senza far rumore entrano nella nostra vita all'improvviso e allo stesso modo vanno via servono a questo, servono a guarirci. Tutti in fondo devono guarire da qualcosa ed anche Sofie era guarita. Era guarita dall'imposizione che a se stessa faceva di omologarsi, che a tratti la rendeva estrema. Era guarita dal pensiero di non poter più amare nè sfiorare un uomo teneramente, senza doversi strappare necessariamente i vestiti. Era guarita dalla disillusione del mondo degli adulti. Era tornata ad esser bambina.

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