mercoledì 5 dicembre 2012

Ombre.

Degli uomini sono come il cancro.
Si insinuano in una piccola cellula del tuo corpo per poi estendersi progressivamente con una forza dirompente quanto ingestibile, man mano, sempre di più. E ne vorresti arrestare il flusso perchè il suo progressivo avanzare ti provoca un male atroce, una sofferenza che penetra sin dentro alle ossa, partendo dal cuore e giungendo al cervello, un qualcosa che ti impedisce di restare in equilibrio, che provoca vertigini, che a tratti ti immobilizza. Ci sono degli uomini che sono il peggior male in cui certe donne possano incappare eppure si troveranno a combattere tra il desiderio inconscio di liberarsene e l'ostinato tentativo di lasciarlo scorrere nelle nostre vene, come se realizzare che quest'uomo sia per noi un cancro non sia abbastanza per combatterlo, per annientarlo, per rimuoverlo. Ma cos'è questa tendenza all'autolesionismo?
E' paura forse di dimenticare, di finire, timore di archiviare un altro pezzo di vita. Perchè le cose finiscono solo quando le avremo rimosse, dimenticate, archiviate nel cesto di quei ricordi sin troppo lontani per averne un'immagine nitida. Temiamo la fine perchè conosciamo quanto sia faticoso ricominciare, quanto sia straordinario rinascere ma quanta pazienza occorra. Allora vigliaccamente preferiremo mancanze presenti solo con le loro ombre che si estenderanno in ogni singola cellula sino ad impadronirsi della nostra anima, condizionando il nostro umore, i nostri gesti, proprio come un cancro. Ma la verità è che non potrai permettere a quest'uomo di essere così forte, anzi, di renderti così debole ed impotente. Dimentica, rimuovi, archivia, non aspettare di morire. O se vuoi fallo, ma dopo, permettiti di rinascere! Liberati come un soffione trascinato dalla forza del vento, ma mai dalla forza di qualcun'altro.

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