giovedì 13 dicembre 2012

Scelte giuste, scelte sbagliate.

Non credo esistano scelte giuste o sbagliate. Credo esistano semplicemente scelte. Scelte che potranno essere semplici o più complicate, ma pur sempre e solo scelte.
Niente sarà sbagliato, nè giusto, ma semplicemente scelto come un qualcosa di apparente astrattezza e vaga consistenza che servirà a definirti. Perchè la verità è che spesso ci affanniamo a dare ad ogni piccolo dettaglio una definizione appropriata per catalogarlo in una qualche categoria. Allora per mettere ordine distingueremo il bene dal male, ciò che è giusto da ciò che è malsano, scelte appropriate da quelle che non lo saranno. Ma la verità è che niente di tutto questo necessita di una definizione se prima non riusciremo noi a definirci. E noi ci definiamo soltanto e semplicemente scegliendo. Ciò che è giusto o sbagliato non esiste, è solo una nostra fervida invenzione, un prodotto che nasce dalle mura di cinta e da quegli inestricabili schemi che avremo accantonato nella nostra mente, quasi come per salvarci o semplicemente per avere un alibi all'occorrenza. Per puntare il dito su chi avremo classificato come cattivo, per dare ad altri la colpa della nostra infelicità, di una vita insoddisfacente, per crogiolarci sul finto stereotipo delle scelte sbagliate, della nostra incapacità nel prendere il giusto sentiero, per sentirci in fondo meno colpevoli. Ma la verità è che questo non è altro che un fragilissimo castello di sabbia, perchè basta scegliere permettendoci solo poche volte di scendere al compromesso dell'essere scelti, perchè a volte è doveroso ma mai profondamente giusto ed è proprio quando lo permettiamo sin troppo che erriamo, pericolosamente, vigliaccamente direi. Si è felicemente se stessi in quella frazione di secondo in cui avvertiamo di aver scelto senza lasciare che siano altri a farlo per noi, ad assumersi responsabilità che in fondo sono prive di consistenza. Ho sempre pensato che le scelte che mi hanno resa troppo fragile, a tratti scontata, a volte umiliandomi, lasciandomi dell'amaro in bocca difficile da far passare, fossero state scelte sbagliate solo perchè mi avevano fatto male. Forse invece quelle sono state le migliori, perchè mi hanno fatto arrivare qui, adesso, in questo preciso istante, con la forza necessaria, il calore nel cuore, l'umidità degli occhi. Forse è solo quando bandiremo l'idea di una necessaria quanto futile ed irrealistica classificazione che riusciremo a guardare dinanzi a noi solo potenziali scelte, possibili strade da poter seguire secondo le nostre attitudini, potenziali persone che si avvicineranno al nostro mondo a tal punto da pensare di poterle accogliere e che forse resteranno per quel modo diverso da altri, che avremmo convenzionalmente definito come sbagliati, di starci accanto.
Ci libereremo dall'idea di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, semplicemente scegliendo. E quando l'esigenza di scegliere necessiterà di un pizzico di coraggio in più, perchè meno semplice del previsto, basterà forse chiudere gli occhi, aprire la mente e seguire il cuore. Il cuore non sbaglia mai e nemmeno noi lo faremo se rimarremo ad ascoltarlo in silenzio. Il cuore non sbaglia nemmeno se nel seguirlo ti condurrà verso una strada ostruita, un percorso così impervio da procurarti fratture e graffi lungo tutto il tuo corpo. Ciò che è giusto non significa che ti debba rendere necessariamente felice. Sarà stato giusto anche trovarsi tra rami secchi e strade rocciose che ti avranno condotto ad un burrone senza via d'uscita o addirittura cascarci dentro. Ma alla fine il cuore ha sempre ragione, e tra scelte che convenzionalmente hai voluto definire sbagliate, ti condurrà su un nuovo sentiero, fresco, pulito, che ti renderà libero. Dovrai esser tu in grado e caparbio abbastanza ad esplorarlo. E sarà solo quando lo farai che avvertirai la sensazione che in fondo nulla è stato sbagliato, che non c'è sbaglio più giusto che sbagliare con il cuore, che in fondo hai scelto e nel farlo sei stato semplicemente te stesso.

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