martedì 22 gennaio 2013

Cos'è la "cazzimma" per un napoletano.

Non so quanti di voi napoletani si siano trovati a parlare con qualcuno proveniente da un'altra città d'Italia e nel pronunciare la frase "Uaaaa, che cazzimma!" si siano sentiti puntare gli occhi addosso, come se provenissimo da Marte, e con lo sguardo attonito ed il tono perplesso si siano sentiti rivolgere la domanda "Che cos'è la cazzimma?", e noi rispondere "Come te lo spiego?E' impossibile!"
In effetti è notevolmente complicato. Il napoletano è noto per il suo spiegarsi con estrema concisione, esprimendo concetti lunghi grazie la fusione o la creazione di termini dialettali che ne riassumono il fulcro.
Dal termine cazzimma si ricava l'aggettivo "cazzimmoso" o "cazzimmosa" a seconda del sesso dell'interlocutore. In effetti potremmo definire la cazzimma una fusione di scarsa generosità, lealtà, onestà, un atteggiamento di menefreghismo che si sposa ad una carenza di correttezza, un atteggiamento di furbizia opportunistica, un pensare esclusivamente ai propri interessi danneggiando spesso gli altri, ma come direbbe un napoletano "non è solo questo, c'è qualcosa in più, la cazzimma è un'altra cosa!"

Ma allora, cos'è la cazzimma?

La cazzimma è quando da piccoli, mentre si giocava, un bambino particolarmente capriccioso non metteva a disposizione i suoi giocattoli, o quel bambino che, mentre si stava giocando al pallone, decideva di punto in bianco di prenderlo e portarlo via.

La cazzimma è quando qualcuno, nel cuore di un discorso che desta la nostra attenzione, omette volutamente dei dettagli che se svelati potrebbero cambiare il nostro punto vista, un segreto che non vorrà rivelarci, cedendo il passo alla classica affermazione "Che CAZZIMMA che TIENI!"

La cazzimma è quando un arbitro chiama un fallo che avrebbe potuto anche non segnalare.
La cazzimma l'ha mostrata Drogba durante la partita di Champions League, Chelsea Napoli, quando negli ultimi minuti di gioco per temporeggiare, accasciatosi al suolo, ha finto di non riuscirsi a rialzare, e all'inquadratura del suo volto coperto dalle mani e delle sue dita che si aprivano per gettare l'occhio sulla decisione arbitrale, molti dei tifosi avranno di certo esclamato "Che cazzimma", qualcuno l'ha definita "Esperienza dei grandi giocatori", ma per noi era in primis cazzimma, non si discute.

Quando a scuola il nostro compagno di banco non ci passava il compito, o se, come spesso sarà capitato, il primo della classe non si offriva per essere interrogato e salvare il resto della classe impreparata, in quel caso non è soltanto cazzimma, bensì una CAZZIMMA ESAGERATA. Perchè il napoletano per rafforzarne il concetto, aggiunge spesso l'aggettivo "esagerato", ed in questo caso è assolutamente doveroso per intendere che quel compagno di classe ha una cazzimma che parte "dai capelli fino all'ultima unghia del piede".

La cazzimma è del professore universitario che in seduta d'esame ci rivolge la classica domanda complicata di cui ignoriamo la risposta, o del nostro datore di lavoro, che pur conoscendo le nostre esigenze, volutamente decide di non venirci incontro.

In fondo c'è un po' di "cazzimma" in ognuno di noi, praticata quotidianamente senza nemmeno accorgercene.
La "cazzimma" è un termine coniato nel napoletano, ma che in fondo appartiene a tutto il mondo, Lega Nord compresa, perchè come direbbe un napoletano "Nella vita, c vò nu poc e cazzimm!"

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