domenica 20 gennaio 2013

Un posto dove trovare stimoli.

C'è un posto che è la fonte di tutti gli stimoli di cui necessitiamo, molto spesso ignorato, ricercandoli altrove.
Andiamo allora in una libreria pensando che un libro riposto su di uno scaffale possa catturare la nostra attenzione per il suo titolo curioso, o perchè ne conosciamo l'autore o semplicemente perchè qualcheduno ce ne avrà parlato.
Andiamo al supermercato e troveremo in una confezione di yogurt magro la soluzione alla nostra dieta, o in confezioni di dolciumi la soluzione al nostro cattivo umore.
Andiamo in un negozio di scarpe pensando che l'acquisto di quella calzatura in vetrina possa fungere da terapia alla nostra noia, alla nostra stanchezza mentale.
Andiamo in discoteca, in un pub per una birra e qualche ora di svago, cerchiamo in luoghi ed in persone quegli stimoli che dopo qualche tempo si tramuteranno in palliativi, quelli che attenuano il dolore ma che non guariscono. Ricerchiamo all'esterno ciò che invece dovrebbe nascere e maturare dentro di noi, trascurando che siamo proprio noi la miglior medicina. E' il nostro cervello il luogo più giusto in cui trovare stimoli. Lo stimolo è lì che deve essere seminato, innaffiato per crescere, ed una volta maturo abbastanza raccolto con estrema attenzione. E' il nostro cervello che decide se il nostro umore dovrà conformarsi ad un tempo uggioso o ad un cielo sereno, se essere arrabbiati, stanchi, annoiati o allegri e leggeri. E' lì che tutto nasce ed è lì che tutto spesso si consuma. Ma il cervello lo si può gestire contrariamente a quanto si possa credere. 
Possiamo alzarci di buon mattino e rassegnarci ad essere arrabbiati nonostante il cielo sereno, o imporci di essere allegri nonostante il cielo grigio. E' essenzialmente questione di volontà, quella stessa che dovrebbe ogni giorno suggerirci la domanda: "Oggi come vogliamo essere?" e ascoltare i bisogni del cuore che suggeriranno la risposta. 
Ma condividere stimoli è un bisogno umano, è il passo più difficile, perchè saremo costretti ad interrogarci sul dove andare. Dovremo andare esattamente dove il cuore avrà scelto di condurci, in una finta passività che ci vedrà paradossalmente esseri attivi per il semplice fatto di avere avuto il coraggio di ascoltarlo. Ma il nostro cuore dovrà aprirsi, soltanto così riusciremo a condividere i nostri stimoli e a trovare persone altrettanto stimolanti. Dovremmo forse partire dal presupposto che siamo tutti profondamente diversi e che se vogliamo che le persone comincino a capire arrestando le classiche lamentele, dovremmo aprirci, esprimerci nella nostra totale pienezza, senza più nascondere lacrime dietro falsi sorrisi, senza più bistrattare le nostre esigenze celandole dietro frasi da copione che inorgogliscono senza mai soddisfare nè definirci, liberandoci come un soffione trascinato dal vento. Soltanto così forse ti riconoscerai tra la folla e potrai esser scelto da chi avrà desiderio di entrare nel tuo mondo dove non tutti avranno il piacere di entrare, ma qualcuno il coraggio ed il desiderio di restare. 
Farsi delle domande è da persone intelligenti quanto vere, è da persone nella loro costante ricerca di stimoli, persone che a furia di seminare e raccogliere ne hanno fatto una parte fondamentale del proprio essere. Ma le persone stimolanti esistono, basta cercarle, basta aprirsi, perchè sono silenziose, purtroppo è la stupidità ad essere tremendamente rumorosa. 
La felicità non è un diritto, ma una possibilità che va seminata, curata per poi all'occorrenza esser colta, ascoltando il cuore ed aprendo il cervello.


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