giovedì 3 gennaio 2013

Un trolley, un libro, un'agenda.

Ho un trolley di un arancione inconfondibile nell'angolo della mia stanza accanto alla porta contenente pochi vestiti, quanto basta per un weekend. Ho anche un'agenda, quella che da un po' porto con me nella borsa perchè talvolta mi piace appuntare quello che vedo, magari troverò ispirazione stando stesa sul prato con lo sguardo alto verso il Big Ben. Ho un libro che sto leggendo nella borsa, dal titolo "La simmetria dei desideri", di un autore israeliano, un altro sulla scrivania che comincerò quando finirò il primo, dal titolo "La ragazza dello Sputnik" dello scrittore giapponese Murakami Haruki, uno dei miei scrittori preferiti. L'ho acquistato giorni fa ed ero indecisa, ma mi è bastato leggere i primi righi della recensione per sceglierlo: "Sumire è una ragazza impulsiva, disordinata, generosa, con il mito di Kerouac e della scrittura. Myu è una donna matura, sposata, molto ricca e molto bella. Sumire ama Myu come non ha mai amato nessun ragazzo e Myu parrebbe provare lo stesso sentimento, ma uno schermo invisibile sembra separarla dal sesso e forse dal mondo. Riusciranno ad incontrarsi o si perderanno senza lasciare traccia come lo Sputnik, condannato a vagare nello spazio per sempre?" Lo prendo. E chi mi conosce ha subito capito perchè. Perchè parla di una particolare quanto attuale e reale forma d'amore che non appartiene alla mia persona ma la verità è che a me basta che si parli di amore e trovo tutto molto affascinante. Mi sono rivista forse in Sumire quando la si definisce "impulsiva, disordinata, generosa, con il mito della scrittura". Ho anche io il timore di non lasciare alcuna traccia. Ho immaginato uno stralcio di vita alla lettura della domanda finale, paragonando un po' di me stessa allo Sputnik. Non pensavo al momento dell'acquisto che questo interrogativo fosse in parte anche la trama dei prossimi tre giorni a Londra, non pensavo di venire a conoscenza delle solite verità scomode che anzitutto feriscono il mio orgoglio di donna così presto, così vicino ad una partenza che fino a ieri mi rendeva entusiasta, oggi quell'entusiasmo si sposa con un po' di paura e un sottile velo di rammarico. Forse deciderò di prendere una tazza thea in un qualche caffè del centro, vi entrerò trafelata mentre tento di chiudere l'ombrello o forse ci sarà un inaspettato splendido sole. Forse mi aspetterà al tavolino o forse dovrò io aspettare lui. Forse saremo imbarazzati perchè è passato tanto tempo per lui, per me è come se ci fossimo salutati solo l'altro ieri. Forse cominceremo a parlare a vanvera senza toccare l'argomento, cominceremo a sorseggiare il nostro thea solo quando si sarà raffreddato ed una volta finito ci saluteremo e andremo via, di nuovo, ognuno per la sua strada. O probabilmente ci sputeremo in faccia le nostre verità sin da subito, non potendo sbattere porte cominceremo ad inveire l'uno contro l'altro, ma alla fine il risultato sarà sempre lo stesso. Ci saluteremo, e andremo via, per le nostre strade diverse nonostante il mio tentativo di cogliere una qualche minuziosa similitudine in un quadro che nulla più in fondo racconta, io seguirò la mia dai contorni indefiniti, lui andrà da lei. Non so quanto senso abbia tutto questo. Non c'è amore, passione, orgoglio, sembra non esserci niente se non l'amarezza dei ricordi, se non il desiderio ancora una volta di andare a fondo e risalire, come in fondo sempre mi accade, se non il desiderio di affrontare paure, esprimere opinioni, vedermi gettare in volto verità che forse nemmeno mi interessano ma le esigo, alzandomi poi come una donna fiera, svoltando l'angolo con una triste lucidità degli occhi che ancora una volta non troverà colpevoli, ancora una volta non sarà per nessuno ma semplicemente per ciò che avrei potuto avere in quella vita a me troppo distante, oramai lontana, passata, irraggiungibile, che in fondo non mi è mai appartenuta pienamente.
O forse faremo esattamente come lo Sputnik: vagheremo senza mai incontrarci.
Il vagare è un po' il motore della mia vita, ma anche l'amore lo è. E' questo il più grande paradosso, perchè vorrei tanto piantare radici vagando, ma è come pensare di far fiorire boccioli senza mai innaffiarli: una contraddizione in termini. Ma io questa vita in fondo l'ho scelta perchè mi rende viva, e c'è sempre un prezzo, a volte parecchio costoso, perchè la vita non fa sconti nè regala alcunché. Ma oggi c'è un trolley di un colore vivace nell'angolo, un'agenda con pagine da riempire nella mia borsa, un libro da leggere che attende di essere ultimato nella borsa ed un'altro da iniziare sulla scrivania, il primo un inguaribile manifesto sul tema dell'amicizia, il secondo su di una particolare forma di amore, quasi come se quest'ultimo non volessi portarlo con me, non per mia scelta, ma credo sia giusto che attenda sulla scrivania il suo tempo che talvolta ho come il timore che possa non arrivare mai, ma lo lascio qui perchè il mio cuore non venga dato in pasto al migliore offerente, perchè sia sempre io quella che dovrà scegliere a chi donarlo, passeggiando sulla mia strada. Allora oggi scelgo di essere un trolley non troppo pieno ma di un inconfondibile e vivace colore arancione, pagine di un libro che dovrò terminare, pagine di un'agenda quasi nuova che desidero riempire, lasciando che sia, come le note di una delle mie canzoni preferite. Perchè sono quella che in fondo porto sempre con me ed è importante che me ne ricordi, di tanto in tanto.
Non ho ancora letto il libro che è sulla mia scrivania, ma in fondo da inguaribile romantica spero che Samire e Myu riescano a ricongiungersi ed amarsi, nonostante il loro incessante vagare, lo spero nonostante in fondo credo che anime come loro siano destinate ad un'unica fine, una fine che per molti potrebbe apparire triste ed insoddisfacente, ma in fondo è solo il prezzo da pagare per chi sceglie di non fermarsi al corridoio della propria casa, ma sperimentare sempre nuove e diverse strade, nonostante spesso i loro passi ritorneranno a calpestare lo stesso ruvido asfalto della propria unica e sola strada: quella dello Sputnik. 
Vi aggiornerò sull'epilogo quando terminerò la mia lettura.

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