lunedì 11 marzo 2013

E mentre mi affannavo, scoprivo ...

E mentre mi affannavo nella ricerca di una strada di cui mi imponevo la precisa definizione nonché la percorrenza, come se volessi scrivere pagine di concetti matematici esatti e dimostrabili pronti per la rilegatura, ho scoperto una scorciatoia, un sentiero impreciso ma immacolato, non una strada larga, ma un viottolo celato tra le siepi, che mi ha indotto a scrivere pagine e pagine di pensieri non dimostrabili, quelle inesattezze che nella profondità di un'anima trovano i loro contorni più esatti. 
E mentre mi affannavo per il mio inconscio desiderio di mettere radici, ho scoperto di non esserne capace con chiunque, ho scoperto che le mie radici si sarebbero rinsecchite lasciandomi così morire, ho scoperto che non voglio chiunque, né chiunque vorrò mai esserlo, perché nel non mettere radici c'è più vita che nell'imporsi ostinatamente di farlo con chiunque. 
E mentre mi affannavo nella ricerca di stimoli e di appagamento di bisogni insoddisfatti, ho scoperto di farlo ogni giorno a piccole dosi, usufruendo soltanto di me stessa.
E mentre mi affannavo nell'immaginare quante possibili vite avrei potuto dipingere sulla mia tela, ho scoperto di poterlo fare bastandomi un pennello e pochi colori da combinare per poterne creare naturalmente altri.
E mentre mi affannavo nel voler leggere gli altri, intanto scrivevo me stessa.
E mentre mi affannavo precipitando inesorabilmente in storie impossibili, ho scoperto che si trattava semplicemente di storie, tutte possibili quanto giuste nella loro impossibilità ed ingiustizia morale, perché mi hanno indotto giustamente a decifrare quante possibilità esistano di essere felicemente amati, quante possibilità di reinventarsi possano essere partorite, quante possibilità io abbia di comprendere chi desideri diventare, inducendomi a catalogare in comparti ciò a cui mi avvicinerei e ciò da cui mi distanzierei, essendo tutti strumenti definitori e selettivi nella loro estraneità.
E mentre mi affannavo nel decidere dove andare, avevo optato intanto per un dove enigmatico, inesplorato ma meraviglioso, un luogo in cui puoi rifugiarti quando vorrai senza pagare alcun biglietto, standoci per sempre pur spostandoti da città in città, quel luogo in cui puoi immaginare colline sinuose, vaste praterie, prati fioriti, campagne dorate senza scrutarne l'orizzonte, quel dove che si chiama semplicemente anima.
E mentre mi affannavo nel ritagliarmi un piccolo spazio, sentendomi spesso una toppa di cotone ricucita maldestramente su di un tessuto di seta, dentro quest'anima cucivo ed imbastivo abiti dalle tinte pastello e dai tessuti più pregiati.
E mentre mi affannavo, perdendomi in grandi progetti, raccoglievo briciole. 
Oggi le briciole le chiamo possibilità, ciò che da' senso alla fatica, le uniche che nella loro irrisoria compattezza nascondono un'immaginaria grandezza. 
Ed è proprio mentre mi affannavo, che alla fine lo scoprivo.

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