sabato 2 novembre 2013

Il treno dei desideri.

E poi c'è quella nostalgia che ti prende alla gola, che ti fa pensare alle cose passate che non possono tornare, addirittura a quelle persone che avrai incrociato a mala pena una volta sola per poi sparire volatilizzandosi in un cosmo dagli infiniti punti, troppi per incontrarsi ancora.
Ho sempre meno tempo per me e ho cominciato a truccarmi in metropolitana, perché è l'unico momento in cui sono costretta a sedermi per aspettare di giungere a destinazione.

Londra e tutto ciò che ne concerne sono la mia metropolitana, la cui destinazione talvolta sembra lontana, ma l'ho scelta io, i cui posti a sedere sono le persone che anche in silenzio e a distanza mi sostengono, in un calore che si chiama famiglia, amicizia, affetto vero.

Perché forse si da' più importanza al cosa che al come, io invece ho smesso di pensarci e ho mescolato tutto, guardando al come e al cosa come fossero un binomio imprescindibile, il cui risultato, se entrambi intrisi nel sacrificio e frutto di ciò che il cuore detta, è amore per noi stessi, è soddisfazione per ciò che siamo in grado di creare, è felicità.
E sarà felicità anche se la destinazione non sarà come la si aspetta, perché la meta l'abbiamo scelta con il nostro cuore che ci avrà donato occhi per guardare oltre e piedi che attraverseranno l'asfalto del sentiero che sentiremo di tracciare.

Se mai dovesse esistere una strada che conduca alla felicità, quella si chiama libertà.
Quella che porta il cuore in alto, facendoti sentire leggera.

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