lunedì 29 dicembre 2014

Che in questo 2015 possiate ...

Se dovessi dare un nome alla scelta che fra tutte è stata la più difficile nella mia vita, direi che sia stato proprio quel momento in cui ho capito che non avrei mai più potuto fare a meno di scrivere.
Paradossalmente, ammettere a me stessa che da grande avrei voluto seguire questa strada e che la mia mente non concepiva un’altra via possibile a questa, è stato più duro di spogliarsi di anni di studi per pulire stoviglie e servire clienti maleducati.
A volte lo diventa, quando un impulso naturale nei confronti di qualcosa diventa al tempo stesso desiderio e peccato.
Non ne conosco il motivo. Forse per questa mia innata mania di erigere a debolezze i miei punti di forza. Forse sì, è questa paura di mostrarsi al mondo. A me questo un tempo mi avrebbe fatto più paura di ritrovarmi nel buio di una foresta inseguita da un branco di leoni.

Non so poi cos’è successo. Forse ho semplicemente capito che il torto più cruento che possiamo infliggerci è quell'insana convinzione di non meritare la felicità. Forse, ho semplicemente capito che non potevo avere paura per sempre, rischiando che la vita mi passasse davanti non riuscendo mai ad acchiapparla per la gola e decidere da sola dove andare.

Ogni tanto penso a quel momento, a quell'attimo di vita così vera ed intensa che mi ha fatto diventare grande due volte: come donna e come essere umano. Come donna che non teme le sue paure, come essere umano che trova il coraggio per affrontarle. Ci ripenso, ogni tanto, quando mi trovo davanti a scelte infelici, a fili di lana raggomitolati in attesa di essere sciolti, quando faccio il contrario di ciò che dico, e dico il contrario di ciò che penso. Quando avverto di essere tornata indietro nel tempo, comportandomi né come donna, né come essere umano, perché la verità è che non si finisce mai con l'avere paura, né si ha mai abbastanza coraggio per affrontare le proprie ossessioni.

Ed è questo che vi auguro per il nuovo anno: di essere più donne o più uomini, ma al di sopra di ogni cosa, più vicini all'essere umano.

Non innamoratevi delle persone. Innamoratevi delle vostre idee. E' l'unico modo per restare eterni e sentirvi infiniti anche quando la terra sotto i piedi vi sembra tremi e non ci sia appiglio alcuno ove potervi reggere. Le persone finiscono. Con l'amarvi, il desiderarvi, il volervi al loro fianco. Fingono, vi deludono, o vi rigettano. Le idee non lo fanno mai. Saranno le uniche in grado di portarvi in alto, senza aver bisogno di nessuna approvazione, se non della vostra mente che pianifica, del vostro cuore che le faccia diventare sempre più grandi.

Non fate diventare sassi pietre preziose, né gioielli scomodi sassolini infilatisi in una delle vostre scarpe. Sappiate misurare con sapienza ciò che vale ed individuare con audacia le scorie.

Se quello che state aspettando tarda ad arrivare, andatevelo a prendere. Sì, aprite la porta e smettete di aspettare. E se il vostro tentativo si rivelerà insignificante, optate per strade alternative, mai la stessa da cui siete partiti.

Non aspettate che qualcuno dica o faccia esattamente ciò che avreste voluto sentire o vedere. Questo succede solo nei film dal finale strappalacrime, dove loro due si rendono conto di aver avuto sempre gli stessi pensieri, cominciando a dar peso ai dettagli, a valorizzare ogni coincidenza che li abbia condotti a viaggiare sullo stesso binario. Ma questo non è un film, ma la vita vera. Ed in questa vita le persone hanno paura di mostrarsi fragili, di dire la verità, di guardarsi negli occhi. Ed hanno pregiudizi e si inventano storie. Tu non aspettare che facciano esattamente ciò che pensi, dovesse anche essere il tuo primo pensiero appena sveglia e l'ultimo prima di porre la testa sul cuscino. Fai un respiro profondo e pensa a cosa vorresti sentirti dire, senza girarci troppo intorno. Fai un altro respiro e parla tu. Dillo tu. Perché altrimenti non ci sarà mai modo di uscirne. E se anche di fronte le tue mezze verità il finale non accenna a cambiare, mastica tutto ed ingoialo. Non sentirti stupida, né impotente, né piccola. Sentiti solo più forte, più grande, più bella. Perché lo sarai.

Impara a piangere e a ridere più forte che puoi, ad eccedere sempre nelle tue emozioni, non privartene, mai. Non convincerti di star male, né di essere felice. Regala uno spazio anche ai tuoi stati d'animo attuali senza troppe finzioni: è l'unico modo per entrare a contatto con la propria anima e porre se stessi sul piedistallo, come priorità imprescindibile.

Apri la porta di casa e scopri il mondo. Tuffati nel mare della vita come fossi piombo, pronto a immergerti e a catapultarti nella profondità del suo fondale. Impara a risalire come fossi olio, ponendoti al di sopra della superficie dell'acqua marina, dissipandoti come tante goccioline che trovano spazio qualsiasi sia la grandezza.

Amati, come fossi quell'uomo o quella donna che da sempre attendi ti bussi alla porta per chiederti di entrare. Anzi di più. Come fossi la proiezione di quella parte di te che chiede ascolto, che implora carezze, quella che chiede di essere presa per mano ed andare. Ascoltati, accarezzati, vai, da sola. Quella con noi stessi è l'unica storia d'amore che dura in eterno, degna di essere vissuta sino allo sfinimento del cuore.

Amate non chi vi ama, ma chi mentre vi guarda vi spoglia di ogni incertezza, solo chi alla fine vi aspetta ed intanto resta.

Trova la pace. Non significa porsi a distanza d'emergenza, fare tanti chilometri, abbandonare tutto, cambiare posti. Significa distanziarsi dal sentimento di paura e di insoddisfazione, lasciar scorrere ciò che ci fa essere dannati ed inquieti, cambiare il nostro approccio nei confronti delle cose, delle persone, della vita intera.

Praticate le buone maniere senza mai dimenticare di adottare gesti di smisurata gentilezza innanzitutto verso voi stessi. Siate gentili, con il vostro corpo, il vostro spirito, la vostra mente, ed anche con il vostro cuore. Prendetevene cura, portando avanti i vostri obiettivi qualsiasi sia il sacrificio cui sottostare, qualunque l'entità del prezzo da pagare. Assecondando il cuore ovunque scelga di andare, anche quando sceglierà strade impervie e dal selciato sterrato.

Non raccontatevi scuse per giustificare le vostre non-azioni. Non credete alle scuse che vi raccontano per giustificare chi resta inerme. Chi vuole qualcosa ad un certo punto scoppia e deve uscire per andarselo a prendere. Non sarà mai troppo tardi, né il momento sbagliato. Ci sarà una voglia che supera ogni montagna di scuse, ogni muro di parole eretto per tenersi in equilibrio. Ma ad un certo punto si cade, su un tappeto di gomma su cui vi si affonda o vi si rimbalza. Non ve le raccontate, né credeteci voi che ascoltate. Quella è un'altra vita, in cui implicitamente vi viene chiesto di starne fuori. Uscite, a testa alta, chiudendo il sipario, tra gli applausi di chi vi ha riconosciuto un certo valore.

E non credete nemmeno a chi vi dice che quello che state progettando sia impossibile. Basta crederci con estrema convinzione, a volte aspettare il proprio turno con indicibile pazienza. Il tempo e la vita vi ricompenseranno.

Non abbiate paura di lasciare, perché é vero ciò che si dice in giro, che quello che conta non ci lascia mai. Rimarrà con noi, sempre, in questa vita ed anche in quella successiva.

Sbagliate. E non per raccontarvi la storia del chi sbaglia impara. Imparerete, forse, o molto probabilmente no. Sbagliate perchè alla fine della vostra vita i vostri errori vi si appiccicheranno addosso, come cicatrici irremovibili. Più ne avrete, più avrete vissuto. E più avrete vissuto, meno rimpiangerete.

Abbiate il coraggio di vivere la vostra vita, non quella di qualcun' altro, né quella di chi pretende di decidere per voi. La vostra, in cui tutto sarà dettato dal vostro cuore, a partire dal dove per finire al con chi, senza pregiudizi, né rimpianti o paure, ma solo con quella voglia matta di vivere, vivere ancora.

Che nel nuovo anno possiate essere donne o uomini, ma al di sopra di ogni cosa, più esseri umani.

Non é mai troppo tardi o troppo presto, non si é mai troppo giovani o troppo vecchi per cominciare.

lunedì 8 dicembre 2014

Vieni via con me

Ogni tanto mi capita, quelle tre, quattro volte l'anno, di pensare a quello che ero appena un anno fa. Questa volta ho dato la colpa alle luci natalizie, all'aria sempre più fredda, ai colori, il verde ed il rosso, che predominano nelle vetrine dei negozi su cui è quasi impossibile non farci cascare lo sguardo.
Forse perché è Dicembre e pensavo a quello dello scorso anno, quando ad un certo punto mi è arrivato un messaggio che ha cambiato la mia vita: "Il tuo libro è stato pubblicato ed è in vendita."

Non sono diventata una scrittrice, né ricca. Sono semplicemente diventata più consapevole, ho semplicemente posto una linea di demarcazione fra ciò che ero e ciò che volevo invece essere sin da quel momento. Ho semplicemente imparato a non avere paura, delle scelte, delle mie emozioni. 

E pensavo a quel febbraio, quando decisi di scrivere, tutto d'un fiato, tra le pareti della mia stanza. Perché mentre ero intenta a porre fine ad un importante capitolo della mia vita, intanto ne stavo scrivendo un altro, senza nemmeno accorgermene. Perché le cose belle, quelle che hanno come iniziale la A di amore, intrise di una disarmante passione, quelle che la tua mente sarebbe capace di riprodurre per ore disegnandovi persino i contorni, sono esattamente così.

Quel mattino di febbraio non mi sono svegliata con l'intenzione di scrivere un romanzo. Quel mattino volevo semplicemente scrivere. E non mi sono imposta di farmi salire nessuna ispirazione, è lei che mi cercata, mi ha trovata, ed alla fine mi ha presa. Mi ha detto: "Tu vieni con me, lascia tutto ciò che stai facendo, non ti dannare. Vieni con me e lascia che ti porti su strade mai calpestate per farti vivere la storia d'amore più bella mai creata, ignara persino alla tua più fervida delle immaginazioni."
Ci siamo scelte, a vicenda. E l'abbiamo fatto ancor prima di capire come sarebbe andata a finire, ancor prima di scriverne un inizio.
E non ho delineato alcuna trama. Come nella vita di tutti i giorni, è stata lei a prendere forma con il susseguirsi delle circostanze. Ed ogni tanto cambiava, ed io l'assecondavo. Non ho nemmeno scelto i miei personaggi. Sono stati loro ad imporsi, quasi con prepotenza, come se chiedessero che io li ascoltassi. Ed alla fine l'ho fatto, ed era come se vivessi insieme a loro quelle vicende, perché, in realtà, quelle persone erano vere. Le avevo incontrate, in una vita passata, nemmeno troppo lontana.



Sono di botto ricascata in quella mia innata mania: ordinare i pensieri attraverso la scrittura, dare loro il posto che meritavano perché noi siamo soprattutto i nostri pensieri. Non volevo lasciare che nascessero e morissero soli, volevo dar loro una vita degna di essere vissuta. Ed alla fine ce l'ho fatta e non ho avuto paura di lasciare che altri li condivissero. Ed è questa, forse, una delle manifestazioni più forti di me stessa mai sperimentate. Quelle da dare a noi stessi, anche quelle tre, quattro volte l'anno, come possibilità per crescere e scoprire quello che siamo, al di là dei consensi, al di là di ciò che altri possano o meno pensare.

E pensavo quanto, in fondo, questa piccola opera, sia semplicemente una metafora di quello che vorrei fosse la mia vita, quanto questo sia in fondo il messaggio latente di quelle duecento pagine scritte. 

Tu un mattino ti svegli, l'aria è così fredda che nemmeno un cappuccino bollente sarà in grado di riscaldarti. Non hai intenzione di ordinare pensieri, né di intraprendere imprese che rendano il tuo ego più forte. Hai solo voglia di fare qualcosa che renda le tue giornate più dolci, quelle priorità di cui non dovremmo mai dimenticarci: emozionarci. E non ti imponi di farlo, né con chi. Lui o lei ti prende, come pagine di un romanzo di cui non riesci ad interromperne la lettura, perché è a tratti indecifrabile, ma c'è una forza che ti spinge a voltare pagina, ogni volta, per capire cosa succederà dopo. Non lo cerchi, non te lo imponi, a volte pensi che nemmeno in fondo lo vuoi. Ma lui o lei lo fa per te e non ti lascia modalità di scelta. Ti cerca, ti trova e alla fine ti prende. Ti dice: "Vieni con me, adesso". E tu dimentichi tutto il resto, o semplicemente, decidi che è ora di fare ordine nelle tue priorità e poni te in cima alla lista. Vi scegliete, l'un l'altro, senza necessariamente pianificare il tragitto, ancor prima di cominciare a calpestarlo. Non sarai più costretto ad immaginare, ma scriverai quella vita, quella che esattamente vuoi. Non pianificherai il come, né il quando, né il perché inizierà. Come nella vita di tutti i giorni, prenderà forma man mano dentro di te sino ad esplodere fuori. E cambierà, tante volte, e tu l'asseconderai. E vivrai, così, come una rondine che migra verso posti caldi, non perché tema il gelido freddo invernale, ma lo soffre, come la più angusta delle privazioni.

E' così che tutto dovrebbe essere: semplice ed irriverente.

Forse dobbiamo solo aspettare che il coraggio ci prenda e ci dica di seguirlo. 
Forse dobbiamo solo imparare a non avere paura.
A dare ai nostri pensieri una vita degna di essere vissuta, forse.
Ad imparare a dire o anche ad urlare per farci sentire: "vieni via con me, per favore."

E' l'emozione più bella che un essere umano possa provare sulla sua pelle.

Io sto aspettando di riprovarla, ancora.