martedì 6 novembre 2012

Gioco tra cuore e cervello.

- Sono cuore. Sono istinto. Sono anima. Tu chi sei?
- Sono ragione. Sono cervello. Sono corpo.

- Facciamo un gioco.
- Che tipo di gioco?

- No tranquillo non si tratta di uno di quei giochi da quiz televisivo di Teo Mammuccari.
- Ah meno male, cominciavo a preoccuparmi.

- Si tratta di qualcosa di "cervellotico ma irrazionale" al tempo stesso.
Dico una parola. Una qualsiasi. A turno diremo cosa proviamo. Cerca di chiudere gli occhi prima di cominciare.
- Ma io sono un cervello come faccio a chiudere gli occhi?
- Ehm... Volevo dire insomma... cerca di concentrarti. Cominciamo.
- Vai spara.

-Rosso.
Cervello: "Una rosa. Una coperta. Un rossetto"
Cuore: " Un tramonto. Due amanti. Sesso. Intrigo. Passione. "

-Blu.
Cervello: " Ehm... Le tende. Le tende della casa di fronte sono blu. "
Cuore: " Mare. Cielo. Libertà. L'amicizia. L'amicizia è blu. Perchè è profonda come il mare. Basta alzare gli occhi al cielo e lei c'è sempre. L'amicizia ti rende leggero, come un innato senso di libertà. "

- Verde.
Cervello: "Una foglia. Gli occhi che ho incrociato stamattina in un autobus. Erano di un verde intenso."
Cuore: " Speranza. Successo. Sintonia. Complicità. Quegli occhi incrociati stamattina su quell'autobus raccontavano questo. "

- Amore.
Cervello: "Due persone che escono insieme, si piacciono, decidono di condividere la loro quotidianeità. "
Cuore: "Il risveglio di un'anima. Un'alba. Un silenzio pieno di parole. Uno sguardo che in un colpo solo si colora di rosso, di blu, di verde. Un bisogno che hanno tutti ma che solo pochi ammettono di avere. Un respiro che vuoi a tutti i costi ascoltare. Sofferenza. Quella nera dalle venature rosso fuoco. "

- Vita.
Cervello: "Due corpi che si uniscono. Un altro che nasce. "
Cuore: "La vita è bianca. La compenetrazione di tutti i colori. La vita è amore, passione, intrigo, sesso. La vita è verde come la speranza ed il successo, nera come la delusione e la paura. La vita è sbagliare, alzarsi e ricominciare. La vita è sbagliare, sbagliare, sbagliare. Esperienza, esperienza, esperienza. La vita è un'alba e un tramonto. La vita è mai dire mai. La vita non è mai un se o ma. La vita è camminare, correre, fermarsi solo dopo essersi fatti venire il fiatone. La vita è una partenza e un ritorno. La vita è andare e venire. Sapere andare via quando avverti non ci sia più spazio per te. La vita è un rincorrersi. Un perdersi. Un ritrovarsi. La vita è un'attesa che svanisce con un sorriso o con un cuore spezzato. La vita è correre e schiantarsi per poi raccogliere i pezzi. La vita è un camino acceso. Un abbraccio. Una parola. Un gesto. Un sorriso. Un ... "
Cervello: " Ehi, ma basta ... ho capito, sì. Volevi dire che la vita è bianca, perchè il bianco è la compenetrazione di tutti i colori dell'arcobaleno. Volevi intendere quanto la vita sia così piena che è così difficile spiegarla nel dettaglio. "
Cuore: " No. Non hai capito. Volevo dire che la vita sono io. Sei tu a renderla così complicata. "

Quando le persone scompaiono.

Un mattino ci alzeremo e quel post it attaccato al frigorifero con la lista delle cose da fare sarà scomparso.
Qualcuno l'ha rimosso.
Oppure l'hai gettato tu e non te ne ricordi.
Un mattino ci alzeremo con l'intento di indossare un paio di scarpe che avevamo accantonato nel ripostiglio ma non le troveremo. Scomparse.
Un mattino ci alzeremo e non riusciremo più a trovare il libro che era stato accantonato lì mesi prima. Scomparso, nel nulla.
Un mattino ci alzeremo e la penna utilizzata il giorno prima per scrivere la lista della spesa sarà scomparsa. Eppure l'avevamo lasciata sulla scrivania. Non c'è. Sparita.
Come sarà sparita la lista della spesa.
E quella foto di infanzia lasciata in fondo al cassetto dov'è? La cerchiamo. Ovunque. Anche dove ricordavamo di non averla messa. Eppure non ci sarà. Sparita anche quella.
Un mattino ci alzeremo con l'intento di fare colazione con l'ultima merendina rimasta prima di andare a fare la spesa. Apri lo scomparto e non ci sarà. Eppure ti ricordavi che ce ne fosse almeno una. L'ultima. No non c'è.
Un mattino ci alzeremo e di lui avremo solo un ricordo. Vago o limpido cosa importa. Avremo solo il ricordo. Scomparso. Sì scomparso completamente. Non un messaggio, non una telefonata, non un messaggio in segreteria, un bel niente. Scomparso. Scomparso come una penna, la lista della spesa, il post it attaccato al frigorifero. Scomparso come le foglie ingiallite che cadono, che ci ricordano di quanto sia vicino l'inverno. Scomparso.
Ti tormenterai. Ti chiedi più e più volte cosa c'è stato che non sia andato. Che terribile crimine avrai mai commesso ai suoi occhi. Cosa c'è stato di così tremendo da provocare la sua improvvisa sparizione che dentro di te hai avvertito come un track track track puff sbang, come quando un bicchiere casca e si rompe in mille pezzi. Forse non te ne sarai presa cura abbastanza. Succede questo quando trascuriamo la cura per l'altro. Oppure doveva semplicemente accadere. Si è allontanato così, di punto in bianco. Sparito. Senza lasciare che ricordassi la sua voce. Sarà l'ennesimo nome senza volto. Eppure ti chiedi il perchè. Ti chiedi il perchè di questo silenzio angosciante che ti lascia smarrita.
Non c'è un perchè. L'unico perchè è che ad un certo punto le persone scompaiono e per quanto tu possa star male, per quanto possa sperare in un loro segnale di fumo, per quanta cura tu gli abbia dato, non ci sarà un perchè. E noi andremo avanti. Da soli. Andremo avanti sperando inconsciamente che un giorno possano provare il tuo stesso senso di impotenza e smarrimento dinanzi alle improvvise scomparse che ti lasciano attonita, muta, impietrita. Andremo avanti e un giorno forse saremo noi che decideremo di sparire, lasciando altri attoniti, muti, impietriti. Per auto-difesa, perchè avremo imparato a farlo o semplicemente perchè è la vita, come un ciclo.

lunedì 5 novembre 2012

Quando due corpi si scontrano solo per avvertirne la presenza.

Ti accendi. Ti bruci. Ti spegni.
Lo fai la prima volta. Senti che ti piace. Senti di non aver provato niente se non ciò che c'è stato. Niente che si ripeterà. Niente che ti farà palpitare il cuore quando il cellulare squillerà. Niente. Ti sei acceso, ti sei bruciato, ti sei spento. Solo ceneri e telefoni muti.
Vuoi farlo ancora. Ti riaccendi. Ti bruci. Ti spegni ancora. Sei come un ventaglio che si apre all'occorrenza. Sei come un ventaglio che si richiude quando avvertirai freddo.
Lo rifai. Ti accendi. Ti bruci. Ti spegni. Lo fai ancora, ancora e ancora. Lo fai per quel tuo tentativo di star meglio. Lo fai perchè è giusto così. Lo fai perchè senti l'esigenza di non provare niente. Ti poni come niente dinanzi un corpo nudo che ti tocca bruscamente e che sarà niente. Dinanzi un corpo nudo che niente racconta. Dinanzi un corpo nudo che ti provocherà piacere e dolore. Dinanzi quel corpo che sarà su di te avvolgendoti in delle lenzuola o su un pavimento che sarà sempre troppo freddo. Non ci sono coccole, carezze. Niente. Non c'è niente a parte quell'atto che di colpo ti sembrerà non più una colpa proibita.
Lo fai ancora, ancora, ancora. Lo fai per sentire il freddo del pavimento, la puzza delle lenzuola, un dolore misto a piacere. Lo fai perchè non è niente. Lo fai perchè i telefoni saranno muti e non ti toccherà aspettare. Lo fai perchè il cuore non palpiterà allo squillo improvviso del telefono. Lo fai perchè hai l'esigenza di sentirti niente. Di avere a che fare con niente. Di costruire niente.
Ti accendi. Ti bruci. Ti spegni. Un focolare che non appena si accenderà lascerà solo un mucchio di ceneri che voleranno al vento senza che tu abbia il tempo nè il desiderio di volerle raccogliere e conservare. Un focolare che si accende e si spegne simultaneamente senza emanare alcun calore.
Siamo come ventagli che si aprono e si chiudono subito all'occorrenza. Basta una folata di vento.
Se tutto questo è niente perchè lo facciamo? Perchè a volte abbiamo l'esigenza di sentirci niente, a contatto col niente, dove tutto si riduce ad un atto che di colpo sembrerà non più una colpa proibita? Perchè ci accendiamo, ci bruciamo e spegniamo come fiammiferi? Dov'è finito il nostro valore, il nostro senso, la nostra passione per le cose belle, complete e piene di vita? Perchè lasciamo che la morte di due corpi prevalga sulla vita di due anime? Perchè spesso passiamo davanti la completezza spiengendoci invece verso chi ci farà sentire un corpo vuoto? Perchè se chiedessimo ad un campione di dieci ragazzi e ragazze se siano pronti ad innamorarsi nove su dieci risponderanno di non essere pronti, di non aver trovato la persona giusta, perchè gli stessi risponderanno che la libertà è più importante? Giusto. Sì. Vuoi essere libero. Vuoi che la mente non sia offuscata da pensieri contorti, non hai trovato la persona giusta da amare, non sei pronto.
Ma chi decide quando saremo pronti? C'è forse una scadenza che ci impone di aspettare? E se pure ci fosse, cosa spinge a farci scaraventare come oggetti da usare per poi accantonare su un pavimento troppo freddo, avvolti in delle lenzuola che non emaneranno alcun profumo, come fiammiferi che si accendono e si spengono di continuo perchè non vogliamo amare. Non vogliamo aspettare. Non vogliamo dare senso e valore a quello che stiamo facendo perchè se il telefono fosse muto staremmo male.
Non siamo pronti mai ad amare, perchè non vogliamo più soffrire. Non vogliamo amare, perchè non siamo pronti a sacrificarci, ad aspettare di accenderci non come fiammiferi, ma come mulini trascinati dalla forza del vento. No, alcuni non lo sanno fare. Molti si scontrano con altri corpi soltanto per avvertirne la presenza. Ma quella non è presenza. Quella è un involucro che non saprà di niente. E anche tu lo sarai. Sarai una bacinella sempre vuota, mai colma abbastanza, perchè ti sarai convinta di non riuscire ad amare. Chi ama deve soffrire. Chi è pronto a soffrire sa amare. Chi non è pronto a farlo si tirerà indietro. Sarà come quei fiammiferi che si accendono e si spengono. Non riuscirà mai a dare calore, nè a percepirlo. Troppo piacere, troppo godimento, ma anche troppo dolore.Troppo freddo. Troppa puzza. C'è troppo di tutto eppure non c'è niente. C'è chi sa fare solo questo e continuerà a farlo. C'è chi ha fatto solo questo pur essendo in grado di fare altro. C'è chi lo fa perchè in passato ha fatto altro ed ora è stufo. C'è chi lo fa perchè è tormentato dalla solitudine. C'è chi lo fa semplicemente perchè ha amato così tanto da temere di ricascarci.
No. Lasciate che chi valga niente si circondi di niente. Lasciate che solo due corpi vuoti si scontrino. Non vi svuotate solo per concorrere con un altro corpo vuoto che non saprà mai di niente. Se siete capaci di accendervi come mulini trascinati dalla forza del vento non diventate dei fiammiferi. Se siete in grado di riscaldare aspettate chi vi riscaldi. Perchè sopportare la puzza nauseabonda di quelle lenzuola ed il freddo di quel pavimento che non trasmetterà niente di ciò che invece meritate. Fatelo pure. Ma solo per capire quanto vuoto c'è in un telefono muto, in delle lenzuola non profumate, nella mancanza di carezze, nel freddo del pavimento, in un godimento corporeo che non racconta di niente se non di un piacere che durerà qualche minuto. Fatelo per capire cosa si provi ad essere vuoti, niente dinanzi ad un corpo. Fatelo per desiderare di essere pieni, di volere pienezza.
"L'amore non esiste... Il sesso è facile... Voglio la mia libertà!" Chiunque lo dica non spinto da una qualche delusione, non spinto da un desiderio inconscio invece di aprire il suo cuore a qualcuno, chiunque lo dica non perchè le esperienze l'abbiano trasformato in un fiammifero che non appena acceso ha solo voglia di spegnersi, non sa amare. E se anche lo dicesse per queste ragioni forse non sarà più in grado di farlo, forse ha scelto di essere un corpo vuoto, privo di emozioni. O semplicemente aspetta che qualcuno lo riaccenda sebbene siamo noi a doverlo fare da soli senza l'aiuto di qualcuno. Non sa soffrire. Non sa aspettare. Non sa rischiare. E' un corpo vuoto che dovrà scontrarsi con altri corpi vuoti. Ma non come quelli pieni. No. La pienezza va preservata. La pienezza va contemplata come un dono inestimabile. La pienezza non ha niente a che fare con la troppa puzza, il troppo freddo, il troppo eppure niente. La pienezza è anima e corpo. La pienezza è tutto. Dategli il  giusto valore. Aspettate di traboccare. Una, due, tre, cento volte.

domenica 4 novembre 2012

Baciarsi sotto la pioggia.

Ecco. Ti trovi sotto un piumone a guardare uno di quei film strappalacrime che alla fine per le troppe lacrime versate ti avrà fatto venire il singhiozzo che potrai lenire solo con i vecchi rimedi della nonna che ti diceva di ingoiare una mollica o bere molta acqua.
Sei lì con gli occhi incollati allo schermo nell'assistere al trionfo finale dell'amore tra i due protagonisti che si erano a lungo cercati per poi trovarsi in una qualche strada di una grande città giurandosi amore eterno. Il tutto si concluderà in un inevitabile quanto scontato bacio appassionato. Probabilmente mentre piove. Sì, perchè a quanto pare sembra che baciarsi sotto la pioggia sia più romantico. Ecco perchè tutti sognano di farlo prima o poi. Un po' come Audrey Hepburn nel film "Colazione da Tiffany". Molte ragazze lo sognano ma le vorrei vedere in azione. Il primo pensiero sarebbe "Oddio piove, i capelli!Ho appena fatto la piastra ".
Ma forse qualcuna spinta da un innato romanticismo sarà disposta a correre verso il suo uomo sulla falsariga di qualche film hollywoodiano guardato di recente. Sì, forse qualcuna con i capelli ricci. Non lo so. Ma va beh... questo cosa c'entra? A dove eravamo rimasti? Ah sì a te sotto il piumone che come un salice piangente lasci che impietosamente le lacrime ti solchino il viso. A te che vorresti essere la Audrey Hepburn dei poveri e invece sei una povera sfigata che è stata appena mollata, un distributore di merendine e cioccolata che inghiotti senza alcuna premura con la scusa del bisogno di coccole, pensando già a che scusa dare quando il tuo viso sarà pieno di brufoli: "Avevo bisogno di affetto. Il cioccolato è stato l'unico rimedio. E' colpa sua se mi sono ridotta così. "
Avrai il cellulare sempre con te. Te lo porterai persino in bagno. Ad ogni squillo il tuo cuore palpiterà come un tamburo. Un nuovo messaggio. Sì è lui, mi vorrà dire che gli manco. Mi vorrà dire di vederci. Sì indosserò quell'abito che gli piace tanto. Magari si ricorderà di quanto gli piacevo, di quanto stavamo bene insieme. Ci avvicineremo. Ci ameremo di nuovo, ne sono sicura, non può finire così.
"Siamo spiacenti, ma il suo credito sta per terminare. Ricarica al più presto se non vuoi rimanere senza parole!"
Ecco. Getterai il cellulare per l'aria nella migliore delle ipotesi. Ricomincerai a piangere e a circondarti di fazzolettini. Rimetterai un dvd. Assisterai all'ennesimo trionfo amoroso cinematografico. Ricomincerai a mangiare cioccolata. Poi penserai "Perchè non posso essere come Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany? Perchè devo mettere un dvd per assistere al trionfo dell'amore, a quel bacio appassionato sotto la pioggia, a lui che ti sussurra che ti amerà per sempre e che non ti lascerà mai?"
Ecco. Comincia ad arrotolare la pellicola. Parti dall'inizio. Anzi, parti da prima. Prima di quella storia d'amore chi eri? Quali erano le tue passioni? Che vita sognavi di avere prima di incontrare chi ti ha ridotto come un distributore di merendine? Eri bella. Eri appassionata. Avevi una luce negli occhi che abbagliava. Non importa se avevi qualche chilo in più o la cellulite, ce l'hanno tutti. Eri bella. Ti basta sapere questo. Eri bella non perchè sei riuscita ad uscire con lui che puntavi da un po'. Eri bella perchè ridevi. Tutte le donne che ridono sono belle. Tu lo facevi ed eri bella anche con qualche chilo in più e la cellulite.
Poi è arrivato lui. Avrete vissuto momenti entusiasmanti. I vostri corpi si saranno compenetrati diventando una cosa sola. Quanto amore vi siete scambiati. Ma poi le cose ad un tratto sono cambiate. E' la vita, e la vita non preannuncia i cambiamenti come se fosse un avviso di garanzia. Succede e basta. Tu sarai travolta dal cambiamento fin quando tutto finirà con un "è meglio chiuderla qua". In quel momento ti passeranno davanti agli occhi tutti i momenti entusiasmanti vissuti insieme, avvertirai come un nodo in gola. Sarai disperata. Piangerai per giorni. Penserai di essere una frana. Perchè lui era perfetto, ed è colpa tua se le cose sono andate così. No. Non è vero. Il rapporto tra due persone nasce per volontà di tutti e due. E per colpa di entrambe finisce. Quindi assodato che non sia tua la colpa e che prima eri bella perchè ridevi cosa penserai di fare, a parte evitare di guardare i soliti film strappalacrime di cui avrai la pancia piena a causa anche delle troppe merendine divorate? Innanzitutto getta le cartacce delle merendine di cui ti sarai circondata. Preparati una camomilla. Respira. Rilassati. Qualcosa è finito. Sì è finito. Perchè nonostante attendi con ansia un suo segnale di fumo non ci sarà. Ti ha lasciato. Non ti vuole. Basta. Piangi per l'ultima volta cercando di incamerare questa triste verità. Poi asciuga le lacrime. Metti il vestito più bello che hai. Esci. Ridi. Ridi così tanto da far girare i passanti. Ridi perchè sarai di nuovo bella. Non apparirai solo bella, ma lo sarai con tutta la luce che porterai con te ed abbaglierà le strade. E alle persone belle accadranno sempre cose belle. Ad ogni fine corrisponderà sempre un nuovo inizio. E' finito un amore, ma sei cominciata tu. E tu sei più importante di tutto. Verrà il tempo di un nuovo amore. Giungerà il tempo in cui qualcun'altro ti riscalderà il cuore. Giungerà il tempo in cui correrai verso quell'uomo che ti sembrerà giusto baciare mentre la pioggia ti bagnerà il viso. Ma adesso è tempo di te. E' tempo di te che non dovrà più perdersi nell'altro come chi perde la bussola e non sa più dove andare. E' tempo di te che dovrà ricordarsi sempre di quanto è bella quando ride.

Sono qui a parlare di te.

Sono qui a parlare di te sebbene forse tu non mi legga mai.
Sono qui a parlare di te perchè forse so che certamente non mi leggerai.
Lo faccio per questo. Altrimenti non lo farei. Sarebbe un po' come parlarti e sebbene scrivere mi riesca meglio non lo farei mai sapendo che ciò che sento possa giungerti come uno di quei messaggi in una bottiglia giunti sulla spiaggia trascinata dalle onde del mare.
Sono qui a parlare di te in quasi tutte le pagine virtuali di questo blog.
Sono qui a parlarne sebbene tu non lo sappia e non lo saprai mai.
Sono qui a parlarne per trovare un modo per alleggerire la coscienza che talvolta mi sembra come una di quelle bacinelle  piene d'acqua che se sposti rischi di rovesciare bagnando tutto il pavimento.
Sono qui a parlare di te e lo ammetto.
Sono qui a parlare di te mentre non so tu cosa stia facendo, nè con chi lo stia facendo. Forse nemmeno mi interessa perchè il punto è solo scrivere che sto parlando di te. Non mi interessa altro. Perchè a volte capita di fare o dire cose solo per farle sapere a qualcuno che inevitabilmente finirà per non saper nulla e noi finiremo per non ammettere il perchè delle nostre azioni. Solo perchè abbiamo paura. Paura di osare, di rischiare di definirci troppo. Succede quando ci hanno insegnato a rimanere nell'ombra. A volte non lo si fa volontariamente, ma ci sono dei gesti e delle parole che ci trafiggono come spine. Ci fanno così male che siamo quasi spinti a fare un passo indietro. Ci fanno male le spine che trafiggono il nostro petto ma soprattutto chi ce le infilza pur non essendone consapevole. Allora ci trasformiamo in persone diverse. Facciamo finta che vada tutto bene, che amiamo il nostro lavoro, fingiamo di appassionarci a ciò che stiamo facendo. Fingiamo un amore, intere relazioni. Fingiamo addirittura di divertirci. Perchè quelle spine ci hanno fatto così male da non fare solo un passo indietro, ma al punto tale da mettere in discussione noi stessi, la stessa vita che immaginavamo di avere. Perchè appariresti come un prodotto uscito difettato e sebbene tu ti ci senta comunque vuoi fare di tutto perchè agli altri non appaia così. Perchè sebbene la tua pretesa sia solo quella di esprimere quello che sei, hai paura tu stessa di ciò che potresti diventare, temi che qualcuno che ti è accanto non lo accetterebbe, temi di essere guardata sempre come un prodotto difettato. Tu non sei un prodotto difettato se sogni una vita diversa. Tu non sei un prodotto difettato se non vuoi fare quello che inconsciamente tu o altri ti hanno voluto imporre. Eppure ti ci senti. Perchè dovresti seguire le regole. Dovresti finire gli studi. Dovresti rimanere nella tua città. Dovresti trovarti un lavoro e un fidanzato. Dovresti sposarti e fare una famiglia. Dovresti pensare in grande ma non troppo perchè sarai una moglie e una madre e poi, in futuro, potresti diventare anche una nonna. Dovresti pianificare e portare a termine i programmi. Dovresti da adesso seguire una linea che sarà la sola ed unica per tutta la vita. Così non sbagli, mai. Così sarai sempre dentro una vita, ma mai fino in fondo. Così riuscirai a percepire solo qualche emozione, ma l'intera vita ricca di quella passione che bramavi ti passerà accanto senza mai riuscire ad essere afferrata. Così va bene. Perchè così avrai una vita normale. Senza troppe delusioni, ma nemmeno senza troppe gioie. Così non sarai te stessa. Ma tranquillo, una volta superati i primi steps ti dimenticherai pure chi eri e tutto sarà più semplice. Ti sarai trasformata in un prodotto che per gli altri non apparirà difettato.
E quando ti chiederanno "Ma tu come ti senti? Te lo sei mai chiesto?" tu risponderai: "Un prodotto difettato. Ma gli altri pensano che non lo sia. Una metà, ma gli altri mi vedono tutta intera, quindi che importanza ha. " No. Non lo dire mai. Nessuno dovrà avere il potere di guardarti come un prodotto difettato solo perchè avrai fatto scelte diverse dalle sue. Non esistono persone che sono migliori di altre. Esistono solo persone diverse, nel bene e nel male. Esiste la diversità ed è bene cominciare ad accettarla. Esistono persone a cui piace il cappuccino ed altre che preferiscono il caffè. Esistono persone che vogliono studiare e chi invece ha voglia di lavorare. Esistono i bianchi e i neri. Cosa cambia tra loro se non semplicemente il colore della pelle?Se non semplicemente una maggiore quantità di melanina per resistere ad una diversa condizione climatica nelle terre in cui vivono? Hanno due occhi, un naso e una bocca. Hanno uno stomaco, un intestino e un cuore. Anche loro avranno un'anima.
Esistono persone che desiderano girare il mondo alla scoperta di nuovi orizzonti da fotografare o semplicemente da tenere impressi nella loro mente, e persone che invece desiderano svegliarsi nel loro letto e non immaginano una vita diversa, lontani dalla loro famiglia. Non significa che i primi non siano capaci di amare. Lo faranno anche loro, ma in un modo diverso. Perchè esistono anche persone capaci di amare non tutti nello stesso modo. Esistono persone che amano quelli del loro stesso sesso e persone che amano quelli del sesso opposto al loro. Le prime sono "persone normali", capaci di amare allo stesso modo se non in una maniera più intensa, sebbene le loro tendenze sessuali siano diverse.
Chi è che decide cosa sia normale, cosa sia giusto dire o fare? Siamo tutti diversi, con vite diverse, aspirazioni diverse, sogni diversi, pensieri diversi. Siamo tutti incredibilmente giusti. Giusti nelle affinità e giusti anche nelle nostre diversità. Chiunque ti faccia sentire un prodotto difettato non merita la tua attenzione. E non la merita fin quando non avrà accettato la naturale esistenza delle diversità, svincolandosi da false congetture e quegli schemi che lo tengono imbrigliato come un animale in gabbia.
L'errore più grande che tu possa commettere è ascoltarlo e fare a meno di esprimerti. Devi farlo. Devi ammettere il perchè delle tue azioni. Devi gridare chi sei a tutti, nessuno escluso. Non ti devi giustificare. Devi solo gridare al mondo che tu non sei un prodotto difettato solo perchè le tue scelte divergeranno da chi ti ha appioppato per una qualche strana ragione l'etichetta del diverso. Tu non sei diverso. Tu sei tu. Questo basta. Basta ammettere chi sei e ciò che vuoi dalla vita, come io ho ammesso che sto parlando di te senza voler necessariamente spiegare il perchè lo faccia. Non mi interessa. Mi interessa solo ammetterlo. Quando lo si ammette si è più leggeri. Quando lo si ammette ti avvicini a quello che sei. Quando agisci per realizzare quello che ammetti non sei semplicemente vicino a ciò che sei, lì diventi pienamente tu. E devi fare questo. Niente altro. Questo si chiama vivere la propria vita che è troppo breve per voler vivere la vita di un altro, anche per soli 15 minuti.

sabato 3 novembre 2012

Svegliarsi come fosse sempre un nuovo inizio, addormentarsi come fosse la fine.

I Maya hanno predetto la fine del mondo tra poco più di un mese e mezzo. Lo dicono i Maya ed io ovviamente non ci credo perchè sarebbe un po' come credere ancora nell'esistenza di Babbo Natale o della cicogna. Anche se a dirla tutta gli estremi per la fine del mondo ci sono proprio tutti. Berlusconi è stato condannato a 4 anni. I laureati emigrano per dare spazio a subrette. Chi conosce tace per dare spazio ad una nuova categoria di lavoratori, "gli opinionisti", pagati per esprimere opinioni prive di fondamento come se avessero conseguito una laurea in "tuttologia". I mariti uccidono le mogli per starsene con le amanti. Le quattordicenni sembrano ventenni e hanno una vita sessuale più attiva di queste ultime. I bagni sono diventati nuova location per le fotografie, perchè gli spazi aperti a quanto pare non si portano più. Le persone non possono mangiare a causa della crisi economica ma non rinunciano alle vacanze nè ai nuovi apparecchi tecnologici che hanno isolato tutti dalla dimensione reale.
Questa stessa dimensione reale non esiste più. Ti intratterrai a parlare più con qualche amico virtuale su facebook di cui poco di importerà che con un amico "fatto di carne" dinanzi una tazza di tea.
In fondo perchè non pensare che la fine del mondo predetta dai Maya sia possibile?
Ma se immaginando per assurdo fosse veramente così, se questi fantastici individui di cui abbiamo conosciuto l'esistenza su quei vecchi manuali di scuola avessero ragione, noi in questo restante mese e mezzo della nostra vita cosa faremmo se sapessimo che il nostro tempo stia per scadere?
Io comincerei a chiedere scusa. Chiederei scusa per tutte quelle volte che sono stata presente solo con il corpo e non lo spirito a chi invece mi avrebbe voluta tutta intera. Chiederei scusa per non aver visto quello che invece era evidente. Chiederei scusa a chi mi ha amato mentre io non sono stata in grado di farlo. Chiederei scusa addirittura a chi ho amato troppo ricevendo scarso amore, liquidata con un "non ti amo più" nei pressi di una stazione. E gli chiederei scusa non perchè mi senta in colpa della fine di un amore che era già scritto, ma per non aver ammesso a me stessa che non era il giusto tempo per amare perchè forse non ero pronta. Siamo bravi nel biasimare chi ci abbandona come un fazzoletto non più utilizzabile, ma forse per diventare quelle grandi persone cui spesso ci ergiamo dovremmo imparare a perdonare. Ecco perchè gli chiederei scusa. Come chiederei scusa a chi più volte mi ha illusa di aver trovato finalmente la strada giusta mandandomi alla fine fuori strada. Gli chiederei scusa per non aver capito subito ma solo con il tempo quanto io riesca a valer poco quando mi impunto che quella sia l'unica strada da seguire, le uniche braccia in grado di donarmi calore, non aprendo gli occhi e capire che nel mondo c'è altro, ed è giusto che io lo scopra per valere di più o semplicemente riconoscermi un valore che talvolta dimentico di possedere. 
Chiederei scusa soprattutto a me stessa. Lo farei per tutte quelle volte che non ho permesso a me stessa di venir fuori, per tutte quelle volte che l'ho messa in un angolo ad aspettare, per tutte quelle volte in cui proiettandomi troppo verso l'altro mi sono persa. Chiederei perdono a me stessa quando ho avuto la presunzione di pensare di amare qualcuno pur non amandomi abbastanza. Chiederei scusa a me stessa quando non mi sono data la possibilità di esserlo, fin quando poi ho deciso di scoppiare come fuochi d'artificio che lasciano tutti a bocca aperta.
Se avessi solo un mese e mezzo da vivere abbandonerei tutto ciò che mi rende fiacca e continuerei a scrivere. Griderei al mondo la passione che ho dentro. Viaggerei. Mangerei sushi tutti i giorni.
Se avessi solo un mese e mezzo da vivere sarei pronta ad amare. Senza paura, perchè tutto in un mese e mezzo finirebbe e vorrei finire amando, con quella passione forte che hai dentro e che non riesce a smettere di bruciare. Correrei a prendermi ciò che voglio. Correrei da chi desidero. Griderei tutto quello che ho nella testa così forte che sarà impossibile per tutti non ascoltare.
Se avessi solo un mese e mezzo da vivere lo vorrei trascorrere in una casa sulla spiaggia, di quelle che vedi soltanto nei film. Vorrei vivere lì con tutte le persone che riempiono il mio cuore ogni giorno senza nemmeno accorgersene. Con chi mi sostiene, alimenta la mia passione, chi avrebbe tutte le ragioni per biasimarmi eppure non lo fa. Con chi mi riempie di amore ogni giorno, sebbene non sia brava a gestirlo. Vorrei vivere lì con te. E ci vorrei vivere anche con te. Con te, pure con te. 
E se i Maya si fossero sbagliati? Se questa fosse tutta una grande bufala?
Che importa, hai vissuto più in un mese e mezzo che in tutta la tua vita spesa spesso a rimandare ogni cosa. A rimandare un'amicizia, un amore, un lavoro, un caffè. A rimandare una possibile vita. 
Hai imparato a perdonare, hai dato le scuse che dovevi, sei diventata una grande persona. Hai gridato al mondo chi sei, hai fatto sì che le tue passioni bruciassero dentro di te così forte da trasmetterle al mondo intero. Hai imparato ad amare, hai preso ciò che volevi, hai detto a qualcuno quanto lo desiderassi. Ti sei trasferita in una casa sulla spiaggia, hai trovato la tua isola felice con chi ogni giorno ti ricorda quanto vali, quanto amore sei, quanto valga la pena di non trascurarsi e di prendersi cura dell'altro. 
Che importa che il mondo non finirà. Con questo avrai imparato anche un'altra cosa: che non dobbiamo aspettare la fine di tutto per agire altrimenti non saremo altro che niente. Non abbiamo bisogno di scadenze per cominciare a vivere. Avrai imparato ad aprire gli occhi ogni mattina come fosse sempre un nuovo inizio e a chiuderli come fosse sempre la fine. Avrai imparato a non dire più "se solo l'avessi saputo... se l'avessi fatto...", perchè vivrai senza le ombre del rimpianto che offuscano la tua mente. Starà a te metterci tutto quello che vuoi e ciò che sei in queste sole 24 ore. Ventiquattro ore di vera vita.
Forse è giunta l'ora di cominciare, per voi che leggete, per me che lo scrivo.

giovedì 1 novembre 2012

One day

Un giorno ti sveglierai leggermente in ritardo o prima del solito, ma non importa. Ciò che conta è che un giorno ti sveglierai nuova. Aprirai gli occhi e la tua stanza ti sembrerà più spaziosa ed illuminata, ti sembrerà come nuova. Le tende ti sembreranno di un colore più vivo, sì, quasi nuove. Perfino il caffè avrà un sapore diverso da quello solito. Un giorno ti sveglierai con sensazioni nuove dentro di te. Avrai un nuovo lavoro e sarai così euforica da voler spendere tutti i tuoi soldi in un compulsivo quanto terapeutico shopping. Avrai nuove scarpe, nuovi abiti, una nuova borsa, quella che corteggiavi da tempo in quella vetrina di un negozio del centro e non eri mai riuscita ad acquistare. Avrai addirittura un nuovo taglio di capelli.
Un giorno ti sveglierai e avrai accanto a te, nel tuo letto, un uomo diverso. Sembrerà quasi che anche le lenzuola abbiano ora un nuovo profumo.
Ecco. Sei nuova. Sembri uno di quei prodotti appena sfornati, una di quelle "novità del mercato" pronte ad andare in pasto a chiunque apparirà affascinato da quell'aurea di freschezza che porterai con te.
Hai un nuovo lavoro, un nuovo taglio di capelli, una borsa nuova, delle nuove scarpe e dei nuovi abiti di tendenza. Le lenzuola e le tende non saranno nuove ma è come se lo fossero, avranno un colore ed un profumo diverso da quello solito e la stanza sembrerà addirittura più spaziosa ed illuminata perchè lì nel tuo letto, affianco a te, non ci sarà più lui, ma un uomo diverso. Un uomo che forse ti ha liberato da quel fardello, da quel pensiero fisso, da quegli occhi che immaginavi ti fissassero, da quella voce che era come un tamburo, un tormento.
Sei nuova e dovrai convincertene. Ma ecco che all'improvviso, forse proprio mentre te ne starai convincendo o mentre non ci starai più pensando, basterà poco. Una canzone passata alla radio, un semplice gesto di un passante, un'insegna, un post it scovato in un cassetto come a ricordarti che tutto quello che hai attorno ti rende "nuova" ma non cambiata, solo "nuova", non diversa. Una donna all'apparenza nuova, ma con sempre lo stesso cuore. La sua ombra continuerà ad aleggiare su di te. D'un tratto ti sentirai di nuovo vecchia. Ti sembreranno vecchie quelle scarpe, quegli abiti e quella borsa che comincerà a non piacerti più così tanto. Vorrai farti crescere i capelli appena tagliati perchè non sarà certo quel nuovo look a donarti una luce diversa. Quel nuovo lavoro ti sembrerà all'improvviso poco stimolante. E quell'uomo nel tuo letto chi è? Anche le lenzuola cominceranno a puzzare. Chi è quello che dorme con te, sfiorando il tuo corpo durante la notte? E' uno, ma non lui. E' uno di quelli che colmano i vuoti senza mai riempirli del tutto. E' uno con cui ti intratterrai anche nel parlare dei tuoi progetti, forse addirittura anche dei "vostri", ma rimarranno parole. Perchè ad un certo punto sai anche tu che uscirà da quella porta lasciando sulle lenzuola un pessimo profumo. Profumo di banalità, di fallimento, di abitudine. Profumo di un corpo senza anima. Profumo di niente.
E non sarà colpa tua. Perchè quel giorno ti sei svegliata con tutti i buoni propositi. Ti sei addirittura tagliata i capelli. Ma non è servito perchè le tue ombre vanno affrontate di petto, non vanno combattute solo indossando una maschera nuova. E allora ti chiederai, da cosa si deve cominciare? Forse dall'ammettere che non lo dimenticherai mai. Forse dall'ammettere che sarà sempre parte di te. Forse dall'ammettere che quell'uomo sia la vostra metà, quella parte che vi completa. Non è sempre detto che sia un uomo che sarà stato tra le tue lenzuola, ma potrà essere anche un uomo con cui avrai parlato una sera scorgendo in lui una luce diversa, che ti ha rapita, in uno sguardo che raccontava di cose belle, che raccontava già di voi in fondo. Potrà essere un'anima perduta in cui ti sarai ritrovata. Potrà essere chiunque. Anche un uomo che avrà creato la vostra fervida immaginazione.
Perchè esistono persone che vivono nell'attesa. Sono in attesa dell'altro. Nell'attesa di essere scoperti.
Queste persone le riconoscerai tra mille. Sono quelle che quando si incontreranno proveranno imbarazzo nel guardarsi troppo a lungo. Sono quelle persone che saranno tese quando per caso si sfioreranno. Sono quelle persone che nel loro silenzio trovano tutto quello che stavano cercando. Quelle persone che per timore di perdersi totalmente nell'altro cominceranno a parlare di cose stupide e a ridere ininterrottamente per rompere quell'imbarazzo che non ammetteranno mai di provare quando la luce dei loro occhi incrociandosi accenderà un fuoco che sarà difficile, o forse impossibile spegnere del tutto. Quelle persone che messe alle strette forse negheranno quello che provano, quello che hanno più volte tentato di dirvi, spazzando via con semplici parole quello che avevano chiamato scherzo ma che in fondo non lo era.
Bisogna innamorarsi quando si è pronti, non quando si è soli. E loro saranno pronti ad innamorarsi l'un dell'altro, ma intanto, nell'attesa, forse non vorranno rimanere soli. E accoglieranno tra le lenzuola chi a lungo andare provocherà però un odore nauseante, costringendoti a cacciarlo/a via.
Quelle persone che sono in attesa di un loro incontro. Che guardano l'orologio alle sei e poi alle sei un quarto, pensando che è impossibile che siano trascorsi solo 15 minuti. Quelle persone che un giorno si sono scelte in un modo inusuale, con una semplice stretta di mano, pronunciando una qualche battuta divertente, o semplicemente sorridendosi. Quelle persone che un giorno si sono incontrate e avranno sentito già di appartenersi. Quelle persone che un giorno si sono trovate per poi perdersi. Quelle persone che un giorno forse si ritroveranno, in un altro Paese, sotto casa o nei loro sogni. Un giorno.